Droghe leggere, sono veramente un problema?

Cosa sono? La marijuana ha solo effetti negativi? Cosa mi succede in Italia se le fumo? Com’è il modello Olanda? Quant’è grossa effettivamente l’economia che ci sta dietro?

Partiamo dal livello salutare. Lo sapevate che la marijuana è un rilassante naturale e ha proprietà antispasmodiche? Cioè che grazie ai suoi principi attivi e alle sostanze che sono contenute all’interno di questo prodotto, i muscoli si rilassano e gli spasmi semplicemente tendono a non presentarsi, o a farlo in misura più contenuta di quanto in precedenza, perché le proprietà benefiche di questa sostanza permettono di evitarlo in maniera efficace, quindi potrebbe essere utile in casi di epilessia o Sindrome di Tourette. Oltretutto in alcune malattie croniche ed incurabili, gli effetti della cannabis aiutano a gestire i sintomi di dolore da esse derivanti. In particolare, per chi è affetto dalla sindrome dell’intestino irritabile o dal morbo di Crohn, il THC può trattare con efficacia diarrea, nausea e dolori addominali. Nel 2006 si scoprì che il THC dava alla marijuana effetti per bloccare l’Alzheimer. In particolare, la pianta agiva contro una delle cause della malattia, ovvero i depositi che si creano intorno ai neuroni e che portano alla loro distruzione. Tra gli effetti della marijuana c’è anche la possibilità di eliminare la fastidiosissima emicrania o, per lo meno, alleviare la sua incidenza e renderla meno nociva per il nostro benessere. In questo caso giova fare un salto virtuale negli Stati Uniti: qualche anno fa in California ben 300.000 pazienti sono stati curati con una terapia alla marijuana. In realtà, non si parla del semplice mal di testa, ma proprio dell’emicrania, che causa delle fitte dolorose, quindi non esistono pasticche alla marijuana per il semplice mal di testa.
Passando agli effetti psicologici, la marijuana ha effetti positivi anche per chi soffre di disordini dell’attenzione o dell’apprendimento. Infatti, chi soffre di iperattività potrebbe assumere farmaci al THC per mantenere la calma. Anche chi è stressato o vive una vita iperattiva, anche non soffrendo propriamente di una malattia, può giovare di trattamenti di cannabis. L’effetto collaterale di queste terapie è la dipendenza, ma non si tratta di una dipendenza fisica, ma solo psicologica, esattamente come quella di altre sostanze perfettamente legali.

Ma cosa succede quando fumi una canna? Una volta fumato, il THC viene assimilato dagli organi che hanno concentrazioni significative di grasso, come appunto l’encefalo. Proprio a causa di questa capacità di depositarsi nel grasso, il THC può essere rintracciato anche a mesi di distanza dalla sua assunzione. Quando fumiamo, i livelli nel sangue di THC aumentano rapidamente nel giro di 15-20 minuti, e anche se poi decrescono abbastanza in fretta, l’effetto del fumo dura intorno alle 3-4 ore. Normalmente quando l’effetto svanisce si viene assaliti da una fame importante e da voglia di cibi altamente calorici. Il THC rimane per svariati giorni o settimane all’interno del nostro corpo, e questo fa sì che, se si continua a fumare, l’effetto delle sostanze si intensifichi.

Le droghe leggere in Italia. Secondo i dati EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drugs Addiction) relativi al rapporto annuale del 2020 sulla situazione delle droghe in Unione Europea, l’Italia ha un numero di nuove terapie per curare dipendenti da cannabis stabile intorno alle cinquemila annuali dal 2006. In Europa non siamo quindi i più grandi consumatori di cannabis (anche se i dati ufficiali sono difficili da raccogliere perché solo coloro che vengono denunciati o si autodenunciano vengono registrati), Germania e Francia hanno più nuove terapie di noi, ma anche stati meno popolosi come la Spagna. C’è un dato sempre dell’EMCDDA, ma relativo al 2019, che indica come circa un terzo della popolazione italiana abbia fatto uso di cannabis, e che 1 cittadino su 5 (compreso tra i 15 e i 34 anni) ne abbia fatto uso nell’ultimo anno.

La legislazione più recente riguardante le droghe leggere in Italia fa riferimento alla legge n. 36 del 2014 (decreto Lorenzin), che è andata a sostituire la n. 49 del 2006 (legge Fini-Giovanardi), ritenuta incostituzionale dalla Corte Costituzionale per la modalità della sua approvazione (ovvero all’interno di un decreto legge che includeva molti argomenti diversi al suo interno), che a sua volta modificava la legge n. 39/1990 (legge Iervolino-Vassalli) accomunando in un’unica tabella tutte le droghe, cioè annullando la distinzione tra droghe pesanti e leggere. Annullando questa sostanziale differenza si poteva essere arrestati per il possesso anche di cannabis o hashish, mentre con la legge Iervolino-Vassalli, grazie ad un referendum abrogativo del Partito Radicale del 1993, per il possesso e l’uso personale delle droghe all’interno della tabella di quelle leggere si riceveva un avviso da parte del prefetto o al massimo, in caso di reiterazione, il ritiro della patente per un massimo di tre mesi e/o l’ingresso in una comunità di recupero. La legge Fini-Giovanardi ha causato un sovraffollamento eccezionale delle carceri, con pene anche per pochi grammi di marijuana fino ai due anni.

Ai giorni nostri i principali gruppi parlamentari che hanno parlato della depenalizzazione delle droghe leggere sono Liberi E Uguali e il Partito Radicale (che ha fatto della legalizzazione una delle sue principali battaglie a partire dal 1975), mentre dall’altra parte i maggiori partiti conservatori, Lega e Fratelli d’Italia, si sono espressi, al contrario, per una maggiore penalizzazione.

Il proibizionismo, com’è storicamente dimostrato, non paga. Non evita i danni per i quali è stato deciso e ne crea altri molto peggiori” (Umberto Veronesi, ex-ministro delle Sanità)

Invece nei Paesi Bassi le sostanze stupefacenti sono divise in due categorie o liste dalla Opiumwet (legge sull’oppio, in vigore ben dal 1928):

  • I categoria, sostanze, anche denominate droghe pesanti, che comportano rischi e danni inaccettabili per la salute e dipendenza fisica, quali l’eroina, la cocaina e le anfetamine
  • II categoria, sostanze che causano meno danni alla salute: tra queste anche i prodotti della cannabis (derivati dalla canapa indiana, marijuana e hashish)

Questa distinzione è espressa anche nella severità delle pene imposte per vari reati e nella scala di priorità adottata nel campo delle indagini. Il possesso di droghe pesanti è un reato: in pratica, viene considerato tale e perseguito dal mezzo grammo in su. La vendita di droghe pesanti, indipendentemente dalla quantità, è un reato punito severamente: in certe zone della città, in realtà, lo spaccio cosiddetto “al minuto” viene controllato ma tollerato e la polizia decide, di volta in volta, quando intervenire.

Il coffee shop in Olanda è il locale autorizzato dallo Stato dove cannabis e droghe leggere si possono vendere e consumare legalmente. È opportuno ricordare che le droghe leggere non sono state propriamente legalizzate ma sono, tuttavia, tollerate se consumate rispettando certe regole nei coffee shop, ovvero:

  • È ammesso il consumo e la vendita esclusivamente di droghe leggere;
  • È vietata la vendita ai minorenni, che non sono ammessi nei coffee shop, ecco perché in caso di dubbi sull’età verrà richiesto di esibire un documento d’identità valido;
  • Le droghe pesanti (cocaina, eroina, ecstasy, ecc.) sono proibite e non si possono vendere, acquistare, possedere e consumare nel locale (sono previste pene molto severe in caso di infrazione alla legge);
  • Il coffee shop può tenere legalmente fino a 500 grammi di marijuana e venderne fino a 5 grammi ad ogni singolo cliente maggiorenne;
  • Gran parte dei coffee shop non vende alcolici ma solo bevande analcoliche e snack.

Dal punto di vista economico un’ipotetica legalizzazione delle droghe leggere porterebbe a molti vantaggi dato che il business delle droghe leggere è uno dei business più redditizi, infatti dietro la vendita delle droghe leggere girano diversi miliardi di euro. Continuando con il modello dei Paesi Bassi, stato dove la vendita di droghe leggere è legale, la produzione e vendita delle droghe leggere sono controllate e tassate dallo stato, e grazie alla loro vendita attraverso i circa 700 coffee shop olandesi, entrano nelle casse dello stato almeno 400 milioni di euro all’anno. Anche considerando i sostanziosi investimenti dello Stato olandese in politiche di informazione, prevenzione e riduzione del danno, finanziati dagli introiti generati dalla vendita legale di droghe leggere nei coffee shop, il bilancio è generalmente positivo. In Italia, dove la vendita di droghe leggere è penalizzata, il business di queste droghe è gestito interamente da associazioni a delinquere come Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita. Le mafie italiane guadagnano diverse centinaia di milioni di euro con lo spaccio e la vendita di queste sostanze, e una delle soluzioni possibili per fermare questo giro d’affari illegale è quello di renderle appunto legali. Con la legalizzazione della cannabis trattata a basso contenuto di THC e con la sua vendita non come fumo ma in altre forme, l’Italia si stima abbia privato le mafie di circa 100 milioni di euro all’anno. Inoltre, oltre a fermare le mafie e le varie associazioni criminali, lo stato Italiano potrebbe trarre grande profitto dalla vendita di droghe leggere: infatti, tassando e vendendo questo tipo di sostanze stupefacenti, l’Italia si stima potrebbe incassare una cifra pari a 600 milioni di euro all’anno.

per le altre organizzazioni la legalizzazione sarebbe la ghigliottina, mi chiedo come mai ancora non lo abbiano fatto (Felice Maniero ex-boss della Mala del Brenta, attuale collaboratore di giustizia)

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