Billie Eilish: il suo rapporto con la sindrome di Tourette

Una sera del 2016, una quattordicenne statunitense caricò la sua prima canzone sulla piattaforma di streaming musicale Soundcloud. Il brano, Ocean Eyes, fu composto dalla ragazza e da suo fratello, nella loro stanza, fulcro creativo di altri brani futuri. Il giorno dopo, al loro risveglio, scoprirono che il brano era divenuto virale e aveva raggiunto migliaia di riproduzioni in pochissimo tempo. Questa giovane stella nascente è Billie Eilish Pirate Baird O’Connell, semplicemente nota come Billie Eilish, celeberrima cantautrice originaria di Los Angeles. Durante tutta la sua carriera, la teenager più discussa degli ultimi anni è stata sempre molto onesta e aperta riguardo la sua vita privata. Diverse volte, in differenti occasioni, ha raccontato del proprio precario benessere mentale e di come la musica l’abbia aiutata profondamente a superare queste difficoltà. 

La sua testimonianza

Nel suo documentario, rilasciato da poco più di una settimana sulla piattaforma di streaming AppleTv+ – Billie Eilish: The World’s a Little Blurry -, ha rivelato tutti i dettagli riguardanti la sindrome di Tourette, di cui la cantante soffre da quando aveva circa 6 anni. Questa condizione neurologica causa dei tic, ovvero movimenti improvvisi, suoni ripetuti su cui la persona affetta non ha alcun controllo. 

La cantante ha rivelato per la prima volta di soffrire di Tourette in una storia di Instagram risalente al 2018. Nel post Billie, oltre ad ammettere la propria condizione, ha giustificato la propria reticenza sull’argomento: “Non ne ho mai parlato su internet perché non volevo che definisse chi sono”.

E nel suo documentario, che ha debuttato quasi tre anni dopo aver parlato per la prima volta al mondo della sua sindrome, ha affrontato in modo diretto i suoi tic e ha spiegato del perché i suoi fan non l’hanno mai vista avere a che fare con essi: “Può sembrare strano quando qualcuno fa uno strano gesto facciale o alza il collo improvvisamente”. “Potete credermi”, ha dichiarato in un’intervista: “i peggiori non li avete visti, perché sono diventata molto brava a sopprimerli in pubblico.”

Ma dall’altro lato, sopprimerli non gioverà alla sua salute a lungo termine. “Più li sopprimi, più peggioreranno in futuro. Ma tutto sommato, sono grata del fatto che la mia condizione non è grave come potrebbe essere. Mi posso ritenere fortunata”.

Il rapporto con i media e con sé stessa

Nell’aprile del 2019, Billie è stata ospite del famoso TV show The Ellen Degeneres Show, nel quale la ragazza ha affermato di sentirsi ormai meno a disagio nel parlare della propria condizione. “Inoltre, ho scoperto che molti dei miei fan soffrono della mia stessa sindrome, e ciò mi ha fatto sentire in qualche modo più a casa. É come se mi sentissi più connessa con loro.”

Mentre parla con Ellen, Billie menziona anche un’intervista in cui non è riuscita a controllare i propri sintomi. Immaginava che nel video finale avrebbero tagliato quelle parti. Tuttavia, con sua sorpresa, non hanno eliminato le parti “incriminate”, esponendo a tutto il mondo i suoi tic incontrollabili. Subito dopo, su tutti i principali social media, sono comparsi video e compilation riguardanti i suoi imbarazzanti movimenti involontari, fatto che la cantante non ha preso bene, ma ha deciso comunque di ignorare. 

Nonostante tutto, Billie Eilish ha raggiunto in pochissimo tempo il successo planetario: pluripremiata, star della musica pop moderna, ha rivoluzionato un genere con la sua genialità e musicalità. Non solo, è stata scelta per interpretare No Time To Die, colonna sonora dell’omonimo film, ed ora ha addirittura pubblicato un documentario sulla sua vita. Proprio quest’ultima è attraversata da un’accentuata vena paradossale. Da un lato ha dovuto imparare a nascondere e trattenere i propri impulsi incontrollabili. Dall’altro è riuscita a dare tutta sé stessa attraverso la sua musica.

di Giuseppe Colameo