“La ragazza delle fragole”. Recensione di Marta Grasso

“La ragazza delle fragole” di Lisa Stromme, è ambientato nel paesino di Asgardstrand, vicino Oslo, nella Norvegia del 1893.


La famiglia della piccola Johanne affitta ogni estate il loro cottage al pittore Hans Heyerdahl, colui che l’ aveva ritratta da bambina nel quadro “La ragazza delle fragole”, trasferendosi nel piccolo villaggio di pescatori che si affaccia sui fiordi del Mare del Nord.
La giovane protagonista aiuta la famiglia raccogliendo le fragole da vendere ai turisti. Johanne segretamente coltiva la passione per la pittura, incoraggiata da Edvard Munch, l’unico pittore malvisto dagli abitanti del villaggio, con cui s’incontra di nascosto perché la famiglia le ha proibito di parlargli e addirittura di guardare le sue tele accusate di far ammalare chi le guarda.
Durante l’estate la madre manda Johanne a servire presso la ricca famiglia degli Ihlen dove la
ragazza stringe amicizia con Tullik, la più giovane delle figlie degli Ihlen, anche lei amante dell’arte e delle opere di Munch. Sotto gli occhi di Johanne nasce l’amore tra il pittore e Tullik che diventa anche la sua modella e musa ispiratrice. Tuttavia, quest’amore, che crea scandalo nel villaggio, porta Tullik sull’orlo della follia.  Alla fine dell’estate, Munch parte per la Germania e gli Ihlen trovano i dipinti donati a Tullik e li distruggono prima di ritornare nella capitale. L’ unica opera che viene salvata è la prima versione de L’Urlo, perché era stata nascosta da Johanne.
L’ autrice del romanzo è Lisa Stromme, una scrittrice britannica che vive in Norvegia.” La ragazza
delle fragole” è stato il suo primo romanzo, pubblicato in tredici paesi in tutto il mondo.
E’ stato pubblicato da Chatto e Windus per la prima volta nel 2016.
I personaggi principali sono la protagonista Johanne, Tullik e Munch. Nel romanzo viene utilizzato un lessico semplice, inoltre il libro è caratterizzato dall’ alternarsi di dialoghi e piacevoli descrizioni del paesaggio caratteristico norvegese e delle opere dell’artista.
Ogni capitolo ha come titolo il nome di un colore ed è introdotto da una definizione tratta da La teoria dei colori di Goethe, un libro che è citato più volte nel corso della storia.
Nella postfazione, l’autrice racconta di come abbia scoperto in un diario di un abitante del villaggio, Inger Alver Gloersen, la storia d’amore tra Munch e Tullik.
Questo romanzo mi è piaciuto molto, perché mi ha dato la possibilità di conoscere meglio Munch, la sua vita travagliata, i suoi pensieri, i suoi stati d’animo e le sue angosce. Ma soprattutto mi ha fatto capire meglio le emozioni che stanno alla base della realizzazione delle sue opere.
Do 4 stelle su 5 perché il libro è caratterizzato da una storia coinvolgente, si contrappongono due storie d’amore opposte, quella tormentata tra Tullik e Munch e quella giovanile, ma duratura tra Johanne e Thomas. Quella che non ha paragoni, tuttavia, è quella totalizzante tra Munch e la sua arte.

Testo e foto di

Marta Grasso, III C