Intervista ad Ennio

Giornalista: Ci troviamo all’incirca nel 180 a. C. a Roma con l’autore Ennio. Lei parla e scrive in latino ed è , a tutti gli effetti, un cittadino romano, ma è originario della Magna Grecia, quali radici riconosce come sue?

Ennio: Ritengo di avere tre cuori, uno per ogni lingua che parlo: il greco, il latino e l’osco; non posso riconoscere nessuna delle tre origini come superiore alle altre.

Giornalista: Passare dalla Calabria alla residenza degli Scipioni deve essere stato un bel salto, ci parli un po’ di come è successo.

Ennio: Diciamo che sono riuscito a trarre il meglio da una situazione piuttosto spiacevole: combattevo in Sardegna, la seconda guerra punica, e lì conobbi Catone, che prima rimase incantato dai miei scritti e poi incantò me con la grandezza di Roma. Mi portò con sé e, giunto a Roma, ebbi i primi contatti con gli Scipioni. Strinsi da subito una forte amicizia con Scipione l’Africano, uomo valoroso di cui ho poi narrato le gesta negli <Annales> e nello<Scipio>.

Giornalista: Ha menzionato gli <Annales>, di cosa si tratta?

Ennio: Ho deciso di completare un’idea di Nevio, quella di creare un poema epico-storico di argomento romano, la differenza? Ho riportato in ordine cronologico tutti gli eventi della storia romana.

Giornalista: Tutti davvero?

Ennio: Si, partendo dalla fondazione fino ai nostri giorni e non credo di aver terminato la mia opera, anzi sono sicuro che la continuerò fino alla fine dei miei giorni!

Giornalista: Leggendo alcuni estratti di questa sua opera, però, ho notato che lo stile differisce molto da quello dei suoi concittadini.

Ennio: Intende i miei concittadini latini! Per questa mia opera ho preso in prestito la tecnica dell’esametro dai miei concittadini greci.

Giornalista: Capisco, una domanda personale: ha sempre saputo di voler diventare poeta? Chi l’ha ispirata?

Ennio: Non ho avuto alcuna ispirazione, ero destinato ad essere poeta: la mia anima apparteneva ad Omero. Ho ricevuto la notizia da lui stesso in sogno, ne parlo nella mia opera. Quindi, possedendo l’anima di un così importante poeta greco, non potevo che prendere qualche ispirazione da questi. Poi, va riconosciuta la superiorità dell’esametro, utilizzato da me, rispetto al saturnio dei miei predecessori…

Giornalista: Adesso risultano giustificati tutti i riferimenti omerici nei testi. Però in questi spiccano anche tecniche completamente innovative.

Ennio: Lo sperimentalismo è un tratto che mi ha certamente distinto. Volendo usare uno stile elevato ho fatto ricorso ad arcaismi e per dare suono e armonia alle parole ho utilizzato figure retoriche e fonetiche, inventando anche parole di sana pianta.

Giornalista: Tra le sue opere teatrali si distinguono storie di argomento greco. Quindi tra i temi, lo stile e la “connessione” che ha col poeta Omero sembra quasi che il suo cuore greco prevalga sugli altri, conferma?

Ennio: No, confermo di ammirare lo stile della letteratura greca tanto quanto ammiro la grandezza e la potenza di Roma.  L’intenzione che avevo scrivendo gli <Annales> era proprio celebrare la romanità ed evidenziare il valori dei generali che ho visto combattere con onore davanti ai miei occhi

Giornalista: È stato un piacere parlarLe e conoscere le sue idee da “uomo di mondo”

 

Chiara Imbriani III C.