La rivincita del vinile(?)

di Marco Romani

Fino all’inizio degli anni ’90, il disco in vinile ha prevalso sul mercato musicale. Infatti per molti audiofili era una sottospecie di “rituale” elegante e particolarmente rilassante. Acquistare, pulire e poggiare delicatamente sul giradischi un vinile è per molti un atto di estremo piacere. La storia del disco parte sin dal 1895 quando vengono messi in commercio per la prima volta i 78 giri , chiamati così per i giri compiuti dal disco stesso in un minuto sul grammofono e fatti di gommalacca. Fino a quando la Columbia records il 21 giugno 1948 rivoluziona l’intero mercato musicale con i 33 giri o anche detti Long Playing , con una qualità ed una durata 4 volte superiore ai precedenti. Dopo 73 anni il mercato musicale si è evoluto tantissimo, passando da cassette ai compact disc fino alle piattaforme di streaming digitale, come Spotify o Deezer, che occupano più del 60% del mercato musicale totale. Proprio per questo la maggior parte degli ascoltatori non si sente soddisfatta, andando a cercare qualcosa di materiale, che avvicina la persona all’artista, anche solo in modo platonico. Dal 2014, infatti, il vinile è tornato bruscamente sul mercato musicale, aumentando del 5% le vendite ogni semestre. Oggi la loro vendita rappresenta il 31% del mercato musicale Italiano. Anche se lo streaming è effettivamente più pratico e comodo, il vinile rimarrà, forse non per sempre, un oggetto di cui dovrai averne cura e renderà l’ascoltare della semplice musica un momento per te stesso.