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L’attualità di Dante: per quali ragioni egli può essere considerato un autore contemporaneo

Padre della letteratura italiana, Dante Alighieri è considerato ancora oggi uno dei poeti più illustri del nostro patrimonio letterario. Viene spontaneo chiedersi il perché di questo, cioè le motivazioni per cui un autore e poeta di circa ottocento anni fa sia ancora così importante per il bagaglio culturale di ogni persona.

Quando si pensa a Dante, soprattutto tra noi studenti che in qualche modo siamo “costretti” a studiarlo e quindi lo vediamo più come un peso, si ritiene spesso che sia un poeta ormai passato e superato. In realtà fermandoci un secondo a riflettere e conoscendolo attraverso le sue opere si può notare come, invece, è ancora un autore contemporaneo. La sua contemporaneità è dovuta a tanti fattori, ma quello più importante, è la capacità di esprimere e trasmettere dei sentimenti, delle emozioni e dare degli spunti di riflessione che risultano attuali con la particolarità di saperlo fare pur parlando delle problematiche, dei valori e degli avvenimenti del suo tempo.

Ad esempio nella Vita Nova parla dell’amore e delle sue trasformazioni: Dante scrive di Beatrice, una donna del suo tempo, che certamente non conosciamo e non potremo mai conoscere, ma parla dell’amore che, invece, è un sentimento eterno e presente anche al giorno d’oggi; nel De Vulgari  Eloquentia parla del volgare e della sua nascita e in particolare dice di voler trovare un volgare letterario italiano da utilizzare per scrivere le opere letterarie e per parlare di tematiche importanti come l’amore o la guerra.

Quindi possiamo rifarci a Dante se vogliamo conoscere le origini e i cambiamenti della nostra lingua, altra ragione per  considerare Dante contemporaneo; nel De Monarchia parla della politica, un’altra tematica molto attuale, infatti, anche se l’organizzazione  politica dell’Italia e le sue problematiche non sono le stesse di ottocento anni fa, sono comunque presenti;  infine, l’esempio migliore si trova nella Divina Commedia dove Dante compie un viaggio non solo tra le anime ma anche tra le loro emozioni, le loro colpe, i loro desideri, talvolta in modo velato, passando così dalla rabbia, al discernimento, allo smarrimento, all’amore, alla saggezza, alla resilienza, alla titubanza.

All’inizio dell’opera Dante dice di trovarsi smarrito, di aver perso la retta via. Questo capita spesso anche all’uomo di oggi. Penso sia capitato a tutti o quasi, almeno una volta nella vita, di sentirsi smarriti, di non sapere più se la strada che stiamo percorrendo sia quella giusta, se tutto ciò che ci circonda e ci impegna le giornate è davvero quello che vogliamo. Insomma si può dire che ci siamo sentiti e co sentiamo tutti un po’ Dante per un periodo della nostra vita, sentendo il bisogno di avere qualcuno accanto a noi che non ci lasci soli e ci aiuti a riprendere in mano la nostra vita così come Virgilio fa con Dante.

 Entrando nell’inferno Dante legge una delle frasi oggi più celebri dell’opera: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”, così affronta un altro tema, cioè la perdita di speranza e l’arrendersi al proprio destino senza reagire, ma con l’intera opera ci vuole fare capire che c’è sempre una speranza e un modo per cambiare il proprio destino. Questa tematica, ad esempio, è molto attuale perché soprattutto in questo periodo storico abbiamo tutti bisogno di speranza, abbiamo bisogno di sapere che il peggio passerà e sarà solo un ricordo da guardare da lontano. Poi, ancora, ci racconta dei lussuriosi, degli ignavi, degli ingordi, degli iracondi, degli accidiosi e di tanti altri che hanno vissuto la loro vita peccando. Con l’incontro di queste anime vuole farci riflettere sulle nostre azioni, sul nostro modo di essere e di vivere la nostra vita sia con noi stessi sia con gli altri.

Ci vuole dire di essere coraggiosi, di fare delle scelte, anche rischiando di sbagliare, di ribellarci alle ingiustizie e di non smettere di andare avanti. Ma Dante non incontra solo anime peccatrici, incontra anche le anime che stanno scontando la loro pena per poter andare in paradiso, così ci mostra come pagando per gli errori che si commettono, si può ripartire e ricominciare la propria vita. Incontra i beati, coloro che vivono nella beatitudine e nell’amore.

L’amore che è il più antico mistero umano, una tematica che non ha né luogo, né spazio, né tempo, l’amore che salva e che va oltre la morte, come quello di Dante nei confronti di Beatrice. Si può notare quindi che tutti questi sentimenti così importanti sono poi, in fin dei conti, quelli che stanno alla base dell’animo umano e Dante ce li vuole spiegare. Ecco quindi il principale motivo per cui Dante è un poeta eterno. Penso che troppo spesso noi giovani leggiamo le opere di Dante con una chiave di lettura sbagliata, senza provare ad immergerci completamente nelle sue opere e ignorando o, comunque, sottovalutando lo stimolo introspettivo che potrebbero darci. Fino ad ora per quel poco che ho letto della prima cantica della Divina Commedia mi ha colpito la scrittura e la capacità di Dante di saper descrivere anche con una sola o comunque poche parole un’immagine molto forte.

Ad esempio nel V canto dell’inferno, nel girone dei lussuriosi racconta di Paolo e Francesca e proprio durante il loro incontro scrive “quel giorno più non vi leggemmo avante”, cioè Francesca spiega così, in maniera molto sottile la loro morte causata dall’amore e dalla passione che li aveva travolti, per mano del marito di Francesca che Dante colloca nel girone dei traditori della famiglia, oppure ancora scrive “E caddi come corpo morto cade”, verso finale del canto, dove Dante dice che si era commosso talmen

Personalmente ancora non ho sviluppato un mio pensiero critico e definitivo su Dante perché ho ancora letto molto poco rispetto al grande repertorio letterario che ci ha lasciato, spero però che proseguire la sua lettura mi invogli a leggere altre sue opere oltre la Divina Commedia che leggerò e analizzerò durante questi tre anni di liceo.

Chiara Passanisi 3BL