Il diritto allo studio

Come ben sappiamo, lo studio è un nostro diritto, lo dice anche la Costituzione Italiana, negli articoli 3, 33 e 34. Purtroppo però, sembra che qualche volta ce ne dimentichiamo, oppure non diamo la giusta importanza all’istruzione.

Abbiamo quindi bisogno di qualcuno che ci ricordi quanto siamo fortunati, come Malala Yousafzai. A differenza nostra, però, lei non è stata così fortunata. Malala, per rivendicare il diritto all’istruzione nel suo Paese, ha lottato e ha rischiato la propria vita.  Quello che ha scritto nel suo libro,”Io sono Malala”, lo trovo molto profondo e riflessivo.

Malala definisce le penne e i libri come delle armi potenti. Non armi come pistole o fucili, che creano solamente distruzione, ma “armi” che permettono di elevare una persona. Lei stessa ci dice che una penna e un insegnante possono cambiare il mondo. Ed è così!  Studiare ci permette di raggiungere alti livelli, di non farci sopraffare da altre persone, che approfittano dell’ignoranza per controllare e comandare. Se ci pensiamo bene dallo studio deriva tutta la nostra vita.

Un esempio è la ricerca del lavoro: grazie a una buon voto di diploma si avranno più possibilità di essere assunti, ciò permetterà di fare carriera e avere una vita più o meno agiata. Ma se non si studia, cosa succede?  Una persona dovrebbe sperare di più nella fortuna, che nelle proprie capacità.

Malala, sostiene che dall’istruzione dipende la pace. Molto spesso a scuola, ci dicono che studiamo la storia per non commettere gli stessi errori fatti nel passato. Su questo non sono mai stata d’accordo. Quando una persona dichiara guerra, schiavizza, uccide o ruba, lo fa non perché non ha studiato la storia, ma perché è un puro egoista. Egli, non pensa al danno che reca alle altre persone, ma bensì, pensa solo a se stesso e a ciò che gli conviene.

L’ ultimo pensiero che ha scritto Malala è quello che mi ha colpito di più. Andare a scuola è il suo sogno. Per molti di noi invece è un incubo, equivale a rinchiudersi in un carcere per lunghe sei ore. Questo perché non capiamo che enorme possibilità ci ha dato la vita, mentre Malala e tante altre ragazze sono costrette a stare dentro casa, senza partecipare alla vita scolastica.

È bello sapere che questa ragazza è riuscita a far sentire la propria voce, ma è meno bello il fatto che questo problema non è del tutto risolto. Detto ciò, spero quindi che un giorno riusciremo a essere tutti liberi, liberi di studiare.

Alessia Cellura 4AT