UN GIOIELLO NELLA SICILIA ORIENTALE.

Oggi ho deciso di portarvi con me, e di presentarvi il mio territorio, in particolare ho deciso di raccontare la storia di un piccolo borgo feudale incastonato tra i monti Iblei pieno di storia e di bellezza, il Feudo Bauly. Palazzolo Acreide meraviglioso borgo vicino Siracusa sede dell’antichissima Akrai, patrimonio dell’umanità, possiede la grazia di nascondere agli occhi superficiali alcuni gioielli , tra questi un luogo detto Feudo Bauly, ricco di testimonianze storiche che vanno dall’archeologia alle strutture moderne. Siamo a circa 604 metri sul mare ma dentro un’area a verde tra le più antiche d’Italia.
Il feudo di Bauly, la cui storia attraversa molti secoli e tante dominazioni, approda al Barone Gabriele Judica che, ne fa una delle dimore più belle dell’intero sud Italia. Una dimora di campagna con tanto di allevamenti di animali e coltivazioni, è accanto un immenso bosco tra i più antichi d’Europa e tra i più ricchi di storie e leggende , tra cui quella della prima e unica via della seta dell’intera Italia, pieno si siti storici che sono protetti dall’Unesco, come le famose Dieri, ovvero delle abitazioni scavate nella parete rocciosa della cava di Bauly.Il Feudo Bauly è una struttura che risale al XIV secolo specificamente al 1300.
I primi proprietari del Feudo furono gli Alagona, poi i Landolina e successivamente i Trigona Deodato per poi arrivare nel 1787 alla famiglia Judica (nobile famiglia palazzolese di cui si ammirano i palazzi nobiliari nella medesima cittadina) che ne avvia la ristrutturazione. Fino agli anni cinquanta il Feudo è stata una delle più rinomate e antiche dimore della Sicilia orientale, una piccola città dove si trovava tutto, dalla casa nobiliare, alle case dei mezzadri, alla piccola chiesetta, ai magazzini e le stalle, ecc… E il 14 settembre 1947 furono ufficialmente inaugurate le stalle, le pagliere, le concimaie e le cisterne che idearono e realizzarono AURELIO JUDICA DI BAULY ultimo discendente della famiglia , e cavaliere di S. Silvestro papa (direttore dell’azienda), e GIAMBATTISTA VERONESE , tecnico
agrario. Ma prima di tutto questo dietro c’è una storia molto più complessa e più bella che arriva fino ai giorni nostri, piena di intrighi e passioni della quale oggi abbiamo pure un libro, STORIA FOSCA di Luigi Capuana, e da qui inizia il nostro VIAGGIO NEL TEMPO.

Nel 1875 vengono celebrate le nozze fra il barone Cesare Judica che aveva all’incirca 52 anni e donna Cassandra Politi, che all’epoca aveva solo 19 anni, il barone era rimasto vedovo e aveva 4 figli tra cui il primo genito Baronello Gabriele Judica, che aveva solo 15 anni. Dopo il matrimonio, fra Cassandra e Gabriele si crea un feeling, e la storia d’amore si svolge all’interno del feudo di Bauly, nella così detta Casina che tutt’ora esiste. La storia di amore fra i due giovani spasimanti che no erano altro che matrigna e figliastro andò avanti per un lungo periodo, fin quando il servo che lavorava per Cesare non venne a sapere della storia fra i due, che andò subito a raccontare al padrone, ovvero il padre di Gabriele. La storia una volta che venne scoperta fu uno scandalo, e allora Don Cesare decise di cacciare via la moglie, che venne rinnegata persino dalla propria famiglia, infatti la donna dopo la morte venne sepolta in una semplice tomba anziché nella cappella di famiglia, invece Gabriele venne spedito dal padre a Milano, in una casa di correzione. Del fatto vennero a conoscenza sia Luigi Capuana, sia Giovanni Verga, questi attraverso una fuga di notizie da parte di un parente palazzolese appartenente alla famiglia dei Cappellani. Giovanni Verga non volle rendere pubblico il fatto, in quanto era imparentato con la famiglia degli Judica, invece Capuana venne a sapere della notizia attraverso il pretore di Palazzolo, che era suo cugino, che gli consegnò direttamente il verbale dei carabinieri. Capuana ispirandosi a questa storia scrisse una novella dal titolo Storia Fosca, in cui viene narrata la storia dei due giovani, ma vengono cambiati i nomi, infatti Gabriele diventa Giorgio, e Cassandra diventa Cecilia, Don Cesare viene cambiato in Barone Russo Scaro, e il feudo Bauly viene trasformato in Gelsonero. Ma successivamente il Capuana svela i nomi dei personaggi, creando ancora più scandalo, il poeta fa questo per difendersi da un’accusa che gli viene fatta,  ovvero di aver copiato la storia ad un altro poeta, ma Capuana per confermare il fatto che la sua novella era
ispirata ad un fatto realmente successo, e non era stata copiata svela i nomi.

Sappiamo con certezza che Verga e Capuana vennero al Feudo Bauly a visitare i luoghi, attraverso delle fonti scritte dal pretore di Palazzolo, non che cugino di Capuana. Dunque il Feudo Bauly fu protagonista di una vicenda che ha ispirato un maestro del Verismo italiano, che come dice la parola stessa si ispira al vero, infatti Capuana ha messo la sua capacità narrativa, ma non ha cambiato i fatti.

Marco Vitolo classe 3 A