Droga e alcool, quale limite?

Da quando si è venuto a conoscenza che le droghe fossero un problema per la salute, sia fisica che mentale, sono stati presi dei provvedimenti: alcune sono state vietate dalla legge, altre sono state mantenute legali solo in certe quantità e per determinati scopi, sono nate cure e corsi di prevenzione per la tutela dei giovani, ma anche dei più anziani.

Ma per altre sostanze pericolose per la salute, come l’alcol, non sono stati presi provvedimenti, se non molto limitati. Infatti gli alcolici sono vietati solo fino all’età di diciotto anni, ma per il resto, una qualsiasi persona può procurarsi tale sostanza anche nel supermercato sotto casa, come se fosse un semplice pacco di biscotti. In una società ideale, in cui ognuno si cura della propria sicurezza, ma soprattutto quella degli altri, in cui ognuno pensa alle proprie responsabilità e alle conseguenze delle proprie azioni, avere a disposizione alcolici, anche molto forti, non sarebbe affatto un problema.

Ma la nostra non è una società ideale. Sono infatti tantissime le vittime di incidenti causati da persone che si mettono alla guida anche se non hanno il controllo delle proprie azioni perché sotto effetto di alcol: diverse statistiche affermano che la percentuale degli incidenti stradali correlati all’alcol, in Italia, è pari al 30-35% tra tutti gli incidenti mortali. Quindi, come il governo, o chi per lui, ha imposto una legge per evitare l’uso di sostanze stupefacenti perché pericolose per la salute dell’individuo e anche delle persone intorno a lui, sarebbe opportuno che venissero imposte delle regole che limitino il consumo di alcolici. E come alcune droghe leggere sono legali in piccole quantità (sia del prodotto, sia della parte che altera lo stato mentale e fisico di chi ne fa uso), così dovrebbe essere per l’alcol, che dovrebbe essere legale fino a un determinato numero di gradi e numero di litri. E infine, come per la vendita degli stupefacenti esistono luoghi e negozi appositi, così dovrebbe essere per le bevande alcoliche.

Articolo di Alice Rossi