Perché gli uomini non dovrebbero indossare la gonna?

Alla fine del Medioevo ebbe inizio il Rinascimento, un epoca in cui una rinascita, soprattutto spirituale, della società diede la possibilità all’arte di svilupparsi nella sua forma più ammirevole e grandiosa. Si svilupparono l’arte della pittura, della scrittura, dell’architettura, della musica e anche della moda. Grazie alle rappresentazioni artistiche e alle descrizioni presenti nelle opere letterarie abbiamo molte testimonianze che raffigurano i vari tipi di vestiario di quest’epoca. È considerato normale vedere le donne indossare vestiti e gonne e gli uomini portare pantaloni.

Quando poi, intorno al 1800, le donne cominciarono a lottare per ottenere uguali diritti agli uomini, anche nel mondo della moda i pantaloni non furono più considerati un indumento strettamente maschile, ma cominciarono a nascere modelli adatti al corpo femminile. Infatti oggigiorno le donne indossano i pantaloni senza problemi, mentre invece per un uomo non è normale indossare una gonna o un vestito.

Perché dovrebbe essere considerato inusuale o sbagliato che un uomo voglia e che un uomo indossi una gonna? Purtroppo, nonostante la storia possa dimostrare che le cose sono cambiate, nella società attuale si crede ancora che alcuni capi d’abbigliamento siano per le femmine e altri per i maschi e questa convinzione può essere pericolosa: non sono poche le notizie in cui viene raccontato che ragazzi e uomini vengono picchiati o insultati perché vestiti in un certo modo. A causa di queste problematiche gli uomini non si sentono liberi di indossare alcuni indumenti per paura di subire violenze, sia verbali che fisiche. Sarebbe decisamente opportuno se la società si impegnasse a non limitare la libertà degli altri e a rispettare le decisioni, i gusti e le opinioni altrui senza offendere o discriminare. Fortunatamente molte persone, anche influenti, si stanno impegnando per cambiare le cose e stanno creando movimenti e organizzazioni che sostengono la moda ‘genderless’, la moda ‘senza generi’, per diffondere un’idea di tolleranza e rispetto verso ogni tipo di espressione.

Articolo di Alice Rossi