LA MAFIA AI TEMPI DEL CORONA VIRUS 

Con la chiusura di negozi, aziende, bar, ristoranti e piccoli supermercati durante questo periodo di emergenza sanitaria, la mafia sta portando avanti un’economia parallela per arricchirsi ulteriormente e fare concorrenza al mercato, avendo il controllo sull’economia.

Già inseritisi negli affari del mercato farmaceutico, i clan hanno in primo luogo avviato la distribuzione dei “kit da epidemia”, contenenti prodotti come mascherine, guanti chirurgici e gel igenizzanti, difficili da trovare durante i primi mesi di pandemia, alzandone il prezzo. 

Le famiglie che hanno perso il lavoro cercano aiuti economici, che trovano da parte delle mafie: esse offrono prestiti ma applicano interessi più bassi di quelli che potrebbero applicare le banche.

Inoltre, prima del lockdown i consumatori hanno acquistato grandi quantità di sostanze stupefacenti attraverso il metodo del porta a porta, temendo di non riuscire a procurarsele nel corso della permanenza in casa. Oltretutto la circolazione più libera nei mari ha favorito la distribuzione delle droghe, che i clan hanno venduto all’ingrosso. 

Un altro aspetto della pandemia che va a vantaggio della mafia è l’attenzione che giornali e telegiornali riservano al virus rispetto a tutte le altre notizie di attualità, comprese quelle riguardanti le operazioni dei clan, che agiscono quasi completamente inosservati.

Quando le imprese, i negozi e locali si riprenderanno da questo periodo critico, avranno bisogno di ulteriori aiuti economici per riavviare le loro attività commerciali: dovessero rivolgersi ad aiuti mafiosi potrebbero trovarsi nella condizione di chiedere prestiti ed entrare in società con le mafie locali.

Inoltre le famiglie che i clan hanno aiutato attraverso l’offerta conveniente di prestiti durante il protocollo di emergenza che imponeva la restrizione in casa dei cittadini dovranno garantire la manodopera ai loro affari clandestini. 

 

Articolo di Nora Natale