Il queerbaiting: tutto quello che bisogna sapere

Cos’è il queerbaiting? Con questo termine ci riferiamo ad una strategia di marketing che viene attuata da scrittori, produttori e direttori per attirare un pubblico specifico, in questo caso coloro che appartengono alla comunità LGBTQ+, sfruttando il desiderio e il bisogno di quest’ultimi di essere rappresentati. Per fare ciò i produttori, prima dell’uscita della serie, del film o del libro alludono ad una qualche futura rappresentazione della comunità attraverso un qualsiasi personaggio, senza però poi mantenere la promessa, in modo da non perdere il pubblico meno disponibile a realtà non eterosessuali. In alcuni casi in qualche modo la comunità viene rappresentata attraverso qualche personaggio o coppia, ma sempre in forma minima e secondaria. Per fornirvi qualche esempio potremmo parlare della serie “Riverdale”, in particolare del bacio avvenuto nella prima stagione tra due delle protagoniste, bacio però assolutamente privo di alcun fine per quanto riguarda l’evoluzione della trama, sfruttato unicamente per fare scalpore e attirare l’attenzione, in quanto nessuno dei due personaggi coinvolti, Betty e Veronica, fanno in qualche modo parte della LGBTQ+ e si trovano entrambe in una relazione eterosessuale. Spostandoci invece su un’altra serie possiamo parlare della recente “Bridgerton”, che ha avuto molto successo ma è stata accusata dal pubblico di queerbaiting e criticata per la mancanza di rappresentazione. All’interno del teaser della serie notiamo infatti, per qualche secondo, una scena intima tra due uomini. Questo aveva quindi indotto il pubblico a pensare e sperare che uno dei personaggi principali avrebbe fatto parte della comunità: ma così non è stato. La scena mostrata nel teaser si è rivelata infatti del tutto insignificante, in quanto tra personaggi marginali. Il personaggio di Benedict Bridgerton, che per via di varie scene con la figura di Henry (personaggio secondario) aveva fatto sperare il pubblico di poter trovare in lui e in una eventuale relazione tra i due la rappresentazione desiderata, si è poi rivelato il consueto personaggio eterosessuale che finisce per avere una relazione con una donna. Come già detto in precedenza, a volte la rappresentazione viene concessa, ma in maniera del tutto minima. È questo l’esempio della relazione tra Dean e Castiel di Supernatural che è stata confermata e quindi resa canon dai produttori solo dopo la fine della serie, a seguito della pressione esercitata dai fan. Il queerbaiting non è però da confondere con il queercoding, che avviene quando un personaggio, per via di qualche aspetto e motivo viene codificato dal pubblico come individuo appartenente alla LGBTQ+. Al contrario del queerbaiting però il queercoding non è né intenzionale né una mera strategia di lucro attuata dai produttori. Un esempio è quello del personaggio di Elsa di Frozen, ormai vista come una “queer icon”. Ciò però è avvenuto casualmente, in quanto non era intenzione della Disney che questo accadesse, ma nel suo personaggio le persone della LGBTQ+ si sono facilmente riviste, in quanto la storia della regina di Arendelle presenta parecchie somiglianze con le esperienze da loro vissute riguardo il coming out. All’interno del film troviamo infatti Elsa che tiene nascosto un grande segreto. Questo segreto viene però fuori allo scoperto e a ciò segue una forte reazione negativa da parte del popolo. A partire da ciò Elsa intraprende un percorso che la porterà infine ad accettare sé stessa. È quindi facile capire come questo percorso possa essere facilmente condiviso da molte persone LGBTQ+. Ora che abbiamo spiegato cosa sia il queerbaiting, da non confondere con il queercoding, dobbiamo ribadire come ciò sia una cosa spregevole, in quanto esso sfrutta il bisogno di una minoranza di essere rappresentata unicamente per lucro, senza poi dar seguito a ciò che viene promesso. Troppo spesso quindi la comunità LGBTQ+ viene lasciata priva di una vera rappresentazione compiuta e approfondita dei personaggi e delle problematiche che derivano dal far parte di una minoranza che ancora oggi è troppo frequentemente discriminata.

Margherita Crucitti 4D