Riapertura dal 26 aprile, giusto o sbagliato?

Il premier Draghi ha annunciato l’inizio delle riaperture a partire dal 26 aprile. I cambiamenti saranno tanti e le domande che tutti si pongono sono le seguenti: “Questo aumento di libertà ci riporterà al punto di partenza? Non è troppo presto per allentare così tanto la corda?”. Il presidente del consiglio risponde dicendo: “è un rischio ragionato”. Molte sono state le critiche a questa sua risposta, c’è chi addirittura ha paragonato questo “rischio calcolato” con un uomo che si butta dal balcone con un cuscino, intendendo quindi che, si c’è il pericolo che si faccia male ma questo può anche non avvenire dato che ha un cuscino come protezione.

Ma cosa cambierà effettivamente dal 26 aprile?

Verranno ripristinate le zone gialle, all’interno di queste i bar e i ristoranti potranno riaprire sia a pranzo che a cena solo con tavoli all’aperto; sarà consentito praticare sport all’aperto ( non solo quelli individuali ma anche calcetto, basket ecc.); riapriranno anche musei, teatri, cinema e spettacoli all’aperto ma con una capienza limitata. Il più grande cambiamento, e anche quello più criticato, è la ripresa , nelle zone gialli e arancioni, delle lezioni totalmente in classe per le scuole di ogni ordine e grado. “Con questa scelta – afferma il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi – mandiamo un messaggio di speranza e di responsabilità. Dobbiamo tornare progressivamente a una nuova normalità e dobbiamo farlo a partire dalla scuola.”. Quest’ultima decisione è causa di molte preoccupazioni, in primo luogo c’è quella dei trasporti, che con il limite di capienza del 50%, non riusciranno a trasportare tutti gli studenti d’Italia. Inoltre, per molte scuole risulta impossibile ripristinare la didattica in presenza al 100% mentendo il metro di distanza, a causa di spazi ristretti e classi troppo numerose.

Questa serie di decisioni sono però appoggiate da un’insieme di dati positivi: da un mese a questa parte stiamo assistendo a una progressiva frenata dei nuovi contagi giornalieri, le dosi di vaccino somministrate quotidianamente sono sempre sopra le 300.000 e si iniziano a notare i primi risultati della campagna vaccinale (tra il personale sanitario e gli over 80 i decessi sono in regresso).

A prescindere dal nostro parere riguardo la decisione presa, l’unica soluzione per evitare un ulteriore peggioramento è comportarci tutti in modo responsabile, non approfittando dell’allentamento delle restrizioni, perché, come abbiamo visto a settembre, se abbassiamo troppo la guardia finiamo per ritornare al punto di partenza.

Beatrice Maltinti 3C