L’ARTE: CUSTODE DEI RICORDI

L’arte ci accompagna tutti i giorni sin dalla nostra nascita. Ovunque ci giriamo, guardandoci in giro, notiamo l’arte nelle sue più disparate forme e colori. Ed è così che, anche inconsciamente, creiamo ricordi che ci porteremo per sempre con noi. Molte persone credono che l’arte sia inutile o, che comunque, non sia così importante come molti ritengono.

Questa è la mia storia, la storia di Mariarosaria Cangiano e del suo ricordo più bello legato all’arte:

“Elizabeth, Empress of Austria” (in fotocopertina) è il dipinto più famoso che raffigura l’imperatrice d’Austria e regina d’Ungheria Elisabetta ed è stato realizzato nel 1865 da Franz Xaver Winterhalter*.

Quando vidi per la prima volta la saga cinematografica sulla vita della principessa Sissi e di conseguenza la sua poi vita da imperatrice e regina, ero soltanto una bambina di 5 anni affascinata dai costumi e dall’eleganza dell’epoca. 

Con gli anni ho continuato a vedere i film e più passavano gli anni e più mi rendevo conto di dettagli sempre più affascinanti.

All’età di 10 anni ricordo che per l’ennesima volta stavo rivedendo i film con mia madre e mia nonna e quest’ultima, con l’aiuto di mia sorella maggiore, mi fece vedere su internet questo quadro “Il più bello che mostra la principessa” mi disse lei. La prima volta che lo vidi rimasi estasiata: il maestoso vestito da galà, i lunghissimi capelli contornati da accessori diamantati, uno sfondo semplicissimo che risalta la figura principale e l’espressione serena e dolce della dama.

Più la vedevo e più volevo essere come lei, volevo indossare quegli abiti e danzare il valzer con un bel imperatore esattamente come faceva lei. Pensavo che la sua vita fosse perfetta ingannata anche da ciò che di lei volevano mostrare.

In realtà la vita di Elisabetta di Baviera non fu per niente felice soprattutto dopo il matrimonio con Francesco Giuseppe I d’Austria. Era incatenata in una gabbia d’oro che la rendeva infelice e scontenta di tutto, nemmeno l’amore del suo sposo o dei suoi figli le fecero mai tornare il sorriso. Tutta la sua malinconia si riversava poi con problemi fisici e mentali su se stessa, iniziando ad avere un’ossessione per la sua forma fisica e per i suoi capelli.

Quando scoprii la verità sulla sua molto infausta vita rimasi scioccata, uno shock silenzioso che in realtà mi porto ancora ad oggi. Da quel giorno non guardo più questo quadro nello stesso modo, sì penso ancora che il ritratto sia di una bellezza solenne e che vorrei ancora indossare un bellissimo vestito e ballare il valzer, ma sicuramente non negli stessi panni dell’imperatrice. Il fatto che lei possedesse una carica così importante non valeva la sua felicità e il pensare a quanto possa essere stata male mi mette tristezza soprattutto perché di lei si vuole mostrare una versione che non esiste, una versione sempre felice e perfetta. Non so se sarei riuscita ad andare avanti, fossi stata in lei.

L’arte, nel mio caso, è custode di una delle parti più belle di me. La mia passione per l’imperatrice Sissi è e rimarrà per sempre una delle memorie riguardanti mia nonna che più custodisco come se fosse un gioiello. Ad oggi credo che, senza quel dipinto, forse non amerei così tanto l’arte come faccio ora. 

Quindi mi chiedo con curiosità, come possono alcune persone ritenere l’arte una disciplina inutile e senza valore? Forse non troveremo mai una vera risposta a questo quesito.

*Franz Xaver Winterhalter nato il 20 aprile 1805 e morto l’8 luglio 1873, è stato un pittore e litografo tedesco. Winterhalter non è riconducibile a una sola corrente artistica in particolare, il suo stile è unico; nella giovinezza aderì infatti al contesto neoclassico, per poi passare al Neo-Rococò nella maturità. Ad oggi è conservato nel complesso Hofburg, museo dedicato all’imperatrice, a Vienna.

 

Mariarosaria Cangiano 3F