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Alessandro Venturelli e Stefano Barilli, due scomparse misteriose

Di Kimberly Brucato

È il 5 dicembre quando Alessandro Venturelli, giovane ventenne di Sassuolo, fa perdere
 misteriosamente le sue tracce, senza portare nulla con sé. Poco più di due mesi dopo, a Piacenza,
Stefano Barilli, 23 anni, esce di casa senza far mai più ritorno, scrivendo una lettera d’addio alla
madre e una mail ad un amico in cui dichiara di “voler far ritorno all’acqua”.
I due casi non sembrano collegati fino a quando, grazie ad una foto, arriva la prima svolta del caso.
I giovani erano già stati avvistati dal momento delle scomparse: Alessandro ha un incontro a
Cesenatico con il musicista Raoul Casadei il 5 gennaio, mentre Stefano viene ripreso dalle telecamere
di sicurezza di un benzinaio il 9 febbraio. Il 18 febbraio una donna invia alla redazione del programma
televisivo ‘Chi l’ha visto?’ una foto che ritrae in Stazione Centrale di Milano due giovani, che aveva
ipotizzato essere proprio Alessandro e Stefano.
Entrambe le madri dei ragazzi sembrano riconoscere i figli. Roberta, la madre di Alessandro, dice ai
giornalisti: “sembra abbiano una divisa, i vestiti sono uguali, eleganti, ma Ale odiava i look total
black”.
Non ci sono tracce che facciano intendere un rapporto tra i due: non sono amici, non abitano nella
stessa città e le scomparse sono avvenute in momenti diversi. Il confronto tra le madri fa emergere
però tante somiglianze. I figli erano apatici e inquieti nei mesi precedenti alla scomparsa,
cominciavano ad isolarsi ed erano diventati talmente ambiziosi che sarebbero stati disposti ad
abbandonare tutto per qualcuno che avrebbe promesso loro i guadagni desiderati.
Alessandro si stava informando, grazie a pagine sui social e libri, su come potenziare la propria mente
e arricchirsi.
Le parole di Alessandro dette alla madre qualche tempo prima “Mi sento manipolato, ho paura” fanno
pensare che i giovani, spinti dall’insoddisfazione e dall’avidità di guadagno, siano stati sequestrati da
una psico-setta, che fa leva sulle fragilità e i desideri dei suoi adepti.
Stefano in cerca di investitori si recava spesso in Svizzera e nello zaino con cui esce di casa per
l’ultima volta porta un dizionario di tedesco. Che i giovani, avvistati alla stazione di Milano, si
stessero dirigendo a Zurigo?
La smentita di questa ipotesi arriva direttamente dai due ragazzi fotografati a Milano: quelli non erano
Stefano e Alessandro. Nonostante ciò la piste precedenti non vengono scartate del tutto.
Gli sforzi di investigatori e avvocati non vengono sprecati e presto arrivata una nuova svolta per il
caso dei due giovani. Un cadavere viene ritrovato sulla sponda del fiume Po: si tratta di Stefano. La
sua carta d’identità viene trovata chiusa ermeticamente in un sacchetto, insieme ad un bigliettino
ritrovato nei pantaloni, il quale dichiarava il gesto che avrebbe compiuto.
Questo porta il procuratore ad indirizzare le ricerche sull’ipotesi di suicidio.
Poco dopo il procuratore fa chiarezza sul ritrovamento. Il corpo si trovava poco distante dalla riva,
impigliato nella vegetazione, apparentemente decapitato. Un esame più attento però chiarisce che la
testa non è stata tagliata di netto, ciò fa pensare che la fauna del fiume avrebbe aggredito le parti più
esposte del corpo.

Lo scoperta nega così alcune piste, come quella della psico-setta. Si attende ora che l’autopsia sul
corpo di Stefano Barilli confermi questa ipotesi.
Tutta l’Italia ora è unita sia nelle ricerche, nella speranza che Alessandro non abbia subito lo stesso
destino di Stefano.