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Comprendere l’attualità in tempi di fake news e intelligenza artificiale

Due incontri con Erica Manna, giornalista di La Repubblica

Di  Margherita Fazioli e Irene Collufio, 3B 

Nel mese di marzo, due classi del Liceo Classico D’Oria hanno incontrato Erica Manna, la giornalista di Repubblica che si occupa di cronaca, immigrazione e società.

Il primo tema affrontato dalla giornalista ha riguardato le fake news, con particolare riferimento al fact checking applicato all’attualità e ai suoi limiti, per poi passare ad analizzare l’impatto sul mondo attuale dell’intelligenza artificiale, i suoi rischi e le sue potenzialità.

Ma cosa sono le fake news? Sono delle informazioni false o fuorvianti, spesso divulgate via internet con l’intento di disinformare, creare scandalo e quindi attirare click sul web e sulle piattaforme social.

Le fake news hanno alcune caratteristiche comuni, come la verosimiglianza o parziale somiglianza alla notizia originale per conferire maggiore credibilità a ciò che viene scritto.
Le notizie si alimentano di rabbia, giudizi ed emozioni al fine di creare indignazione nel lettore e di conseguenza scatenare commenti che porteranno a una maggiore visibilità.

Spesso la fretta porta a leggere gli articoli in modo superficiale, soffermandosi solo sui titoli delle notizie senza approfondire l’argomento e verificarne la veridicità; questa abitudine porta a credere a tutto ciò che si legge e quindi alla diffusione della disinformazione.

Infine spesso vengono affiancati due temi che non hanno corrispondenza l’uno con l’altro al fine di creare rabbia e indignazione.

Quando si legge una notizia è importante conoscere e applicare il fact checking, quindi, come ci suggerisce Erica Manna, oltre a usare le “five w” (Who? What? When? Where? Why?) è necessario porsi altre domande, ad esempio chi diffonde quell’informazione, quali sono le prove a supporto e cosa dicono le altre fonti.

Un argomento degli ultimi anni che suscita molto interesse e quindi è particolarmente soggetto a fake news sono ad esempio le guerre che stanno colpendo molte zone del mondo e in questi frangenti decodificare la verità è estremamente difficile.

L’intelligenza artificiale

In pochi anni l’IA sarà inarrestabile. Per regolamentarla servirà un’agenzia come per l’energia atomica.

(Samuel Altman, amministratore delegato di Open AI)

Da Matrix a 2001, Odissea nello spazio, nell’immaginario collettivo l’IA, acronimo di intelligenza artificiale, spesso sostituisce l’uomo, ma ormai non si tratta più di fantasia.

Viene definita intelligenza artificiale l’abilità di una macchina di imitare capacità umane come il ragionamento, l’apprendimento e la risoluzione di problemi.  Ne esistono vari tipi con scopi diversi, dal riconoscimento di immagini alla produzione di testi, perciò è più corretto parlare di intelligenze artificiali al plurale.

Come ci ha raccontato Erica Manna, uno degli utilizzi più diffusi dell’AI è la generazione di immagini e video, sia di personaggi inventati che di persone reali. Un esempio di personaggio inventato è Emily Pellegrini, un’influencer e modella generata con l’IA. Poiché è stata generata con l’algoritmo, il suo aspetto è una media delle preferenze estetiche degli utenti del web. 

Un esempio di utilizzo dell’IA per persone reali è Re;memory, il primo servizio commemorativo basato sull’IA al mondo e progetto dell’azienda sudcoreana DeepBrain AI, che permette, attraverso videochiamate, di parlare a persone care defunte.  Queste, mentre sono ancora in vita, devono svolgere un’intervista di sette ore, che consente all’IA di apprendere e imitarne i comportamenti.

L’IA può servire anche per screditare qualcuno diffondendo foto false, come quella di Donald Trump, ex presidente degli USA, in manette durante un arresto o quella di Joe Biden, attuale presidente statunitense, sdraiato su un fianco e legato mani e piedi con una corda.

 

Per questo è sempre più importante arrivare preparati alla nuova sfida posta dall’AI anche in politica: “Prepararsi all’IA generativa nelle elezioni del 2024: raccomandazioni e best practices basate sulla ricerca accademica” è uno studio americano che mira a evitare queste situazioni, fornendo raccomandazioni per non farsi influenzare dall’IA generativa in occasione delle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Anche in Europa si cerca di giungere a una regolamentazione: il 13 marzo il Parlamento europeo ha approvato la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale, l’AI Act, che ha come obiettivo principale il rafforzamento delle norme sull’evoluzione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.