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Complicita’, collusioni ed omerta’: cio’ che da’ potere alle mafie

Complicita’, collusioni ed omerta’: cio’ che da’ potere alle mafie

Omertà: silenzio, indifferenza verso le circostanze, generata da chissà dove o chissà cosa; timore, neutralità e freddezza emotiva che spesso ci rendono distaccati e non coinvolti, o almeno così ci fanno sembrare.

“La mafia uccide, il silenzio pure”, affermava Peppino Impastato, vittima dei  crimini di questa organizzazione criminale.

In ambito sociale sono sempre esistiti i rapporti di potere: l’ambiente culturale, la comunità definisce il campo di apprendimento sociale di ogni individuo ed è in questo contesto che si ha accesso ad esperienze e persone che determinano il nostro inquadramento all’interno della società.

Il potere della mafia si basa sulla violenza, sull’illegalità e trova la sua sede in queste comunità in cui l’organizzazione sociale è instabile o addirittura assente e questo causa la paura, che si insinua nelle menti dei cittadini, i quali guidati dall’inconsapevolezza si abbandonano al silenzio e all’omertà verso queste associazioni mafiose. Laddove manca una coscienza collettiva, un pensiero comune che identifichi ogni persona all’interno di qualcosa di più grande, nasce l’ingiustizia, nasce la violenza e la prevaricazione sociale, uno stato nello stato.

Falcone e Borsellino diedero la loro vita per la lotta contro la mafia e l’omertà, arrivarono a far parlare i cosiddetti pentiti, tra i quali uno dei  più noti fu Tommaso Buscetta; due uomini che avevano capito che combattere le organizzazioni mafiose non era combattere contro un problema politico di leggi e giustizia, ma era ed è tutt’ora una lotta culturale che deve coinvolgere tutta la collettività.

In ogni ambito si creano differenti correnti di pensiero: c’è sempre chi parla troppo, accusato di alimentare la causa contro la quale si sta battendo dandole “troppa importanza e potere” e chi invece consapevolmente, avvolto dal terrore, tace rimanendo in disparte e girando la testa dall’altra parte.

Tra complicità ed indifferenza hanno origine le mafie, la corruzione e la collusione di tali organizzazioni con lo Stato, presunto garante della correttezza, creando sfiducia verso le istituzioni sociali. L’arma per combattere tutto questo non è dunque l’indifferenza o l’omertà, ma la parola, la parola come mezzo di cultura e conoscenza con la quale abbattere il “muro del silenzio”.

English version

Silence, indifference towards circumstances, generated from who knows where or who knows what; fear, neutrality and emotional coldness that often make us detached and uninvolved, or so they make us seem.

“The mafia kills, silence as well”, said Peppino Impastato, victim of the crimes of this criminal organization.

In the social sphere, power relations have always existed: the cultural environment, the community defines the social learning field of each individual and it is in this context that one has access to experiences and people who determine our position within society. .

The power of the mafia is based on violence, illegality and finds its home in these communities where the social organization is unstable or even absent and this causes fear, which creeps into the minds of citizens, who are guided by unawareness they abandon themselves to silence and silence towards these mafia associations. Where there is no collective conscience, a common thought that identifies each person within something greater, injustice is born, violence and social abuse are born, a state within a state.

Falcone and Borsellino gave their lives for the fight against the mafia and conspiracy of silence, they got the so-called repentants to talk, among which one of the best known was Tommaso Buscetta; two men who had understood that fighting mafia organizations was not fighting against a political problem of laws and justice, but was and still is a cultural struggle that must involve the whole community.

In every sphere, different currents of thought are created: there are always those who talk too much, accused of feeding the cause against which they are fighting by giving it “too much importance and power” and those who consciously, shrouded in terror, remain silent by remaining on the sidelines and turning your head away.

Between complicity and indifference the mafias, corruption and collusion of these organizations with the state, presumed guarantor of correctness, originate, creating mistrust of social institutions. The weapon to combat all this is therefore not indifference or silence, but the word, the word as a means of culture and knowledge with which to break down the “wall of silence”.

 

Camilla Flora