Che cos’è la dislessia?

La dislessia è una disabilità specifica dellapprendimento di natura neurobiologica. Essa è costituita dalla grande difficoltà nel leggere in modo veloce e senza incappare in errori; un semplice gesto per noi che rende molto difficile capire la quantità di fatica che un bambino dislessico possa fare nel leggere anche solo poche righe.

Questo disturbo specifico solitamente va ad intaccare un solo ambito dell’apprendimento, che può essere la lettura per il dislessico, il calcolo per il discalculo, lortografia per il disortografico; oppure, in forme più gravi, arriva a coprire tutti i disturbi specifici dellapprendimento.

Un bambino dislessico è in grado di leggere e di scrivere, ma riesce a farlo solo usando tutte le sue forze e le sue energie, perché l’automatismo viene a mancare e lui si affatica molto, fa errori e in altre parole resta in dietro. Dovete pensare a questo problema come ad un bambino che impara a riconoscere le lettere per la prima volta e ogni volta che prova a leggere un qualcosa le deve reimparare ogni giorno come se fosse ancora il primo.

La storia dei disturbi specifici dellapprendimento ha inizio verso la fine degli anni 50, primi anni 60, dove questo disturbo veniva considerato come un vero e proprio deficit intellettivo e lo si provava a curare con farmaci psicostimolanti. Nel 1968 l’Office of education statunitense usò per la prima volta l’appellativo Specific Learning Disabilitiesriferendosi ai disordini di comprensione per luso del linguaggio sia parlato che scritto. Solo nel 1983 venne proposto il modello Mente Modulare” di Fodor che suddivideva il sistema cognitivo in tre moduli:

  • trasduttori

  • moduli

  • sistema centrale cognitivo

ciò gli permise di spiegare diverse défaillance del sistema cognitivo, che portano ai disturbi dellapprendimento, nei quali il profilo intellettivo risulta ancora integro.

Ma un DSA come affronta tutto questo?

Beh, allinizio c’è molta confusione, soprattutto perché non si è preparati ad una scoperta di tale portata; si incomincia a sentirsi in molti casi inadeguati e sbagliati, e spesso, agli occhi degli altri, si appare svogliati. La scuola oggi forse è un attimo più attenta per quanto riguarda questa problematica e riesce tempestivamente ad aiutare ad individuare e riconoscere questo deficit nel bambino o nello studente. Certamente il percorso per il riconoscimento è lungo e richiede tanti medici, visite, test, e per un bambino piccolo non sempre può essere una cosa positiva. Ottenuta poi la certificazione scuola e medici accorrono a mettere disposizione gli ausili di compensazione, che mettono in risalto doti e difetti dellapprendimento.

La scuola è comunque lostacolo più arduo che si debba superare, gli anni a scuola per un DSA possono essere una vera sfida, che alla fine vedrà il bambino o come vincitore o come vinto.

Sfortunatamente alcuni DSA vista la fatica e gli ostacoli per stare al passo con il programma di studio si arrendono e si scoraggiano, trovano tutto inaccettabile e faticoso; altri invece la vivono come una prova da superare, di certo dura, ma non impossibile, raggiungendo poi così il successo.

Un ostacolo molto difficile oltre alla scuola è il pregiudizio nei confronti dei tutti coloro che soffrono di questi disturbi comprensivi, visti come degli incapaci dai compagni, degli stupidi di cui prendersi gioco, forse per ignoranza ,forse per cattiveria, ma molto spesso bulli difronte a chi non è come loro.

Al di là della fatica e delle dure prove a cui un DSA è sottoposto, non bisogna scoraggiarsi e perdere la fiducia in se stessi perché ognuno di noi ha una dote, un sogno nel cassetto, che può sempre realizzare; a testimonianza di questo basti pensare che molti geni e personalità famose tra i più disparati ambiti sono dislessici, si pensi a: Walt Disney, Agatha Christie, Steve Job, Leonardo Da Vinci, Albert Einstein e molti altri ancora…

Sara Ferrari 3AL