Il disastro di Chernobyl – 1986

Ciò che oggi è comunemente identificato come “il disastro di Chernobyl” corrisponde all’evento verificatosi durante la notte del 26 aprile 1986, alle ore 1.23, quando il Reattore n.4 della Centrale Nucleare V.I. Lenin in Ucraina esplose in seguito ad un test eseguito contravvenendo ai protocolli di sicurezza. Le cause di tale tragedia non sono ancora giunte a costituire un’opinione concorde, ma la maggioranza degli studiosi dell’accaduto lo attribuiscono ad una serie di errori di progettazione insiti nell’impianto stesso, misti ad una serie di negligenze e di omissioni da parte del personale della sala di controllo. Quella notte inoltre era in corso un esperimento sul reattore. Una centrale nucleare per produrre energia elettrica ha bisogno a sua volta di energia elettrica, soprattutto per mantenere in circolo l’acqua di raffreddamento, in quanto il rischio consiste nel fatto che, aumentandone troppo la temperatura interna, la pressione diventi talmente alta da far collassare il reattore e provocare la sua esplosione. Il test di quella notte venne condotto disattivando tutti i controlli automatici di sicurezza, contro il regolamento ed il manuale d’uso, portando il reattore ad uno stato di pericolosa instabilità. Lo scopo dell’esperimento era quello di voleva verificare se l’impianto fosse stato in grado di rimanere autonomo anche in caso di interruzione dell’alimentazione elettrica, e quindi di continuare a mantenere le pompe addette al raffreddamento in funzione. Coloro che condussero il collaudo, seppure contro la loro volontà, furono gli operatori Akimov e Toptunov, i quali estrassero infatti tutte le barre di controllo dal sistema operativo della centrale. Di conseguenza il macchinario andò in breve tempo fuori controllo, e un rapidissimo succedersi di eventi rese la pressione nel reattore altissima e le piastre di piombo della copertura saltarono. Si verificarono quindi delle esplosioni di idrogeno che scoperchiarono completamente il reattore, spargendo ingenti quantità di materiale radioattivo che contaminò gravemente una vasta zona dell’Ucraina del Nord e buona parte dell’intero territorio della Bielorussia; infatti, un’area nel raggio di 30 Km dalla centrale venne evacuata e sottoposta a pesanti e drammatici interventi di bonifica, che proseguono ancora oggi sotto la tutela dell’esercito. A seguito dell’incidente si sviluppò inoltre una nube radioattiva che raggiunse in breve tempo molti paesi europei (Italia inclusa), per arrivare fino alle coste del Nord America. Negli anni successivi la gente continuò a morire. Le malformazioni cominciarono a diffondersi come una piaga sia nei bambini che negli animali. I rapporti ufficiali parlano di oltre 4000 vittime dovute ai fatti di Chernobyl; quello di Greenpeace del 2006 giunse a stimare invece circa 6 milioni di morti per cause riconducibili al disastro. Ad oggi l’intera zona è inserita in uno stretto regime di quarantena totale, in attesa di una sua completa bonificazione.

Tommaso Romanò 4Dcl