L’innocenza del pipistrello

È passato più di un anno dall’avvento della pandemia di Covid 19. Le nostre vite sono cambiate drasticamente e ci siamo abituati a nuove regole e comportamenti.

La pandemia ha accelerato molti processi individuali e collettivi: ha incrementato un’alfabetizzazione digitale necessaria, ha permesso a molti di concentrarsi sulla propria crescita personale e ha incentivato nuove forme di guadagno, relazione e intrattenimento. I cambiamenti, però, sono stati per la maggior parte negativi: molte attività commerciali e non si sono trovate costrette a chiudere, tanti hanno perso il lavoro o non hanno avuto modo di trovarlo, sono aumentate le percentuali di suicidio, femminicidio, violenze domestiche, problemi psicologici, molti sono stati privati di momenti importanti e della vicinanza dei propri cari.

Ma chi dobbiamo incolpare? Come ben sappiamo, il Sars-CoV-2 ha contagiato l’uomo attraverso un passaggio di specie. La specie in cui ha avuto origine questo virus non è chiara, le ipotesi più probabili sono i pipistrelli e i pangolini. La colpa del contagio, però, non è da attribuire a questi animali. Come sostiene di Jane Goodall, esperta mondiale di etologia, l’uomo è da considerarsi come unico responsabile. Il passaggio di specie del virus è stato reso possibile da un’invasione dell’habitat naturale da parte dell’uomo. Il progresso e i nostri stili di vita consumistici, infatti, stanno compromettendo la salute del pianeta: cambiamenti climatici, distruzione della biodiversità e degli habitat di numerosissime specie. L’intervento distruttivo dell’uomo sulla natura porta alla morte di milioni di animali ormai da decenni. I sopravvissuti, privi ormai del loro habitat, sono costretti a spostarsi, venendo spinti a un maggiore contatto l’uomo. In questo modo, siamo noi a favorire il passaggio di specie di questi virus.

La brama di ricchezza e di potere, ma anche la paura del cambiamento, ci sta portando a un punto di non ritorno: gli ecosistemi si arrenderanno e collasseranno, decretando la nostra fine. L’umanità potrebbe di nuovo trovarsi ad affrontare una pandemia simile in futuro o peggio, e non possiamo permetterlo. È dovere di tutti, in quanto cittadini e abitanti del pianeta Terra, di rispettare ciò che ci circonda, riconoscere il nemico e agire con coscienza. Ignorare il problema ambientale, ci ha portato a dover affrontare una pandemia e a dover rispettare misure e restrizioni ben più pesanti di quelle imposte da uno stile di vita ecologico. Oltre che modificare le nostre vite, il Covid ha monopolizzato le conversazioni e l’informazione di tutto il mondo.

Dopo più di un anno, credo che il dibattito debba concentrarsi sulla causa e non più sulle conseguenze. È necessario spostare la nostra attenzione sul tema ambientale, altrimenti non avremmo imparato nulla da questa pandemia e continueremmo a fare le stesse identiche cose che ci hanno portato a doverla affrontare.

Stefania Patanè 4D