Covid-19: l’impatto sui giovani

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COVID-19, L’IMPATTO SUI GIOVANI

Si riteneva che i giovani fossero i bersagli meno probabili a subire conseguenze dal covid-19, ma non si è considerato l’aspetto psicologico. Stando ai dati dell’Istituto superiore della Sanità e del Ministero della Salute, i soggetti inferiori ai 40 anni che hanno perso la vita a causa del virus sono 190 e, tranne una ventina di casi, presentavano già delle patologie. L’agenzia europea Eurofound ha effettuato uno studio per rilevare le principali conseguenze che il Covid avesse arrecato ai giovani. Sono state intervistate oltre 85mila persone in 27 nazioni differenti ed è stato riscontrato che la maggior parte degli individui si sentono soli e hanno poca fiducia nel futuro. Restringendo la ricerca agli studenti, per 6 individui su 10 la scuola nell’ultimo periodo è stata causa di stress ed ansia e solo 2 studenti su 10 si sentono meglio di prima.

Dal punto di vista psicologico quindi, la fascia della popolazione più colpita è stata proprio quella dei giovani e dei bambini. Durante il primo lockdown, essi, hanno subito un grande cambiamento dovendo abbandonare le proprie abitudini quotidiane quali, ad esempio, studiare tra i banchi di scuola, socializzare con i loro coetanei, svolgere attività sportive o ludiche. Per non parlare inoltre degli asili che non hanno potuto utilizzare la Dad come le elementari, medie e superiori, in quanto non sarebbe stato possibile comunicare con dei bambini molto piccoli tramite uno schermo. La fase di socializzazione fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bambini è venuta a mancare

Per le scuole superiori si è cercato di sfruttare al meglio le potenzialità della Dad anche se inizialmente la maggior parte delle scuole italiane non era predisposta all’utilizzo di tali dispostivi quali computer, connessioni Internet e piattaforme dove svolgere le videolezioni. Il processo di apprendimento è quindi rallentato drasticamente, conseguenza data anche dal fatto che i tempi previsti dalla didattica a distanza spesso non erano compatibili con gli orari che si seguivano in presenza. I docenti hanno inoltre dovuto considerare il fatto che la pandemia e il virus avessero colpito chiunque e che nelle case potessero essersi creati degli ambienti pesanti e stressanti in cui vivere. Una ricerca recentemente condotta ha evidenziato che il 18% dei bambini/ragazzi ha manifestato stati di tristezza ed apatia, il 22% ha subito alterazioni con il rapporto con il cibo con la tendenza ad assumere un’alimentazione scorretta (principalmente tra gli 8 e i 10 anni). Un altro studio ha poi osservato che il 71% dei bambini maggiori di 6 anni hanno riportato problematiche comportamentali come disturbi d’ansia, disturbi del sonno, regressione, instabilità emotiva, irritabilità e sintomi depressivi.

Il Covid quindi  ha colpito soprattutto  gli anziani, ma ha portato tanto dolore anche ai giovani

Claudia Di Giorgi 3FL Liceo linguistico Enriques