Variante inglese in Italia

Variante inglese in Italia

Il 17,8% dei contagi in Italia sono dovuti alla variante inglese del virus, lo ipotizza l’Istituto superiore di Sanità dopo una indagine rapida sul fenomeno.

Ormai è un anno che L’Italia e il resto del mondo sono state colpite dalla pandemia mondiale causata dal Sars Covid-19. Questo virus ha causato la morte di milioni di persone ed un importante disagio a livello economico-sociale.

Come tutti sappiamo, dall’inizio dell’anno alcune aziende farmaceutiche come Pfizer, Moderna e Astra Zeneca hanno creato dei vaccini per fronteggiare l’espansione del Covid.

Oltre all’arrivo del vaccino, il virus è contrastato con manovre del governo che  ha deciso di dividere l’intera nazione in fasce:  rossa, arancione e gialla, a seconda della gravità della situazione. I territori o le regioni che entrano in fascia arancione o rossa

devono restarci per almeno 14 giorni, poi saranno rivalutate, sempre in base a monitoraggi su dati scientifici e non discrezionali.

La classificazione di una Regione in uno dei tre scenari indicati sopra è decisa dal ministero della Salute sulla valutazione di circa 21 criteri come ad esempio l’indice di contagio Rt, la presenza di focolai, la situazione di occupazione dei posti letto negli ospedali e dei posti letto in terapia intensiva. Poi ci sono altri 6 parametri che descrivono la capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti.

I ricercatori, in quest’ultimo periodo sono stati molto impegnati negli studi sul coronavirus, ed hanno appena individuato diverse

mutazioni del Sars-Cov-2 come quella inglese, più diffusa in Italia, quella africana e quella brasiliana.

Le varianti si presentano con le stesse caratteristiche e gli stessi sintomi del virus normale. In termini di trasmissibilità la variante “inglese” manifesta un aumento per tutte le fasce di età, compresi i bambini ed un lieve incremento di letalità.

Ci sono ancora molti studi in corso, i dati non sono ancora sufficienti per formulare dell’ipotesi attendibili.

 

In queste settimane la nuova variante inglese del Coronavirus sta creando molti contagi in tutta Europa e ponendo domande sull’efficacia dei vaccini creati dalle diverse aziende.

L’Iss (L’Istituto Superiore di Sanità)  ha spiegato che al momento la variante inglese rappresenta quasi il 18 percento dei casi registrati in Italia, una percentuale che porterà nel giro di 5-6 settimane ad essere il ceppo prevalente.  Proprio per questo, il ministro della Salute Roberto Speranza,  ha firmato un’ordinanza che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021.

Il no all’apertura degli impianti ha scatenato una forte protesta da parte dei Comuni montani che vedono andare in fumo la stagione sciistica alla quale avevano riposto tanta attesa per ripianare le perdite accumulate nei mesi precedenti.

Si parla, inoltre, di un lockdown generale, un’ipotesi presentata nei giorni scorsi, dal consulente del ministero della Sanità sull’epidemia Walter Ricciardi al Ministro della Salute, con la richiesta di farla valutare dal neo presidente del Consiglio Mario Draghi. Questa potrebbe essere una soluzione per evitare di far espandere la nuova variante e ritornare al più presto alla normalità.

 

A questo proposito è meglio preservare la salute? O l’aspetto economico del nostro Paese?

Entrambe le problematiche sono di fondamentale importanza, spetta ora al nuovo governo trovare la strategia adatta senza causare ulteriori danni all’interno dell’Italia afflitta, già, da diversi mesi da una crisi esponenziale che riguarda soprattutto il turismo.

 

 

Camilla Magazzù