La foresta amazzonica e la deforestazione

Secondo Greenpeace il tasso di deforestazione in Amazzonia è aumentato del 30%  tra agosto 2018 e luglio 2019 ed è il tasso più alto registrato dal 2008.

Si tratta di 9762 chilometri quadrati, una superficie simile a quella dell’isola di Cipro, è ciò che dice il Programma di monitoraggio satellitare della foresta amazzonica brasiliana. La politica di Bolsonaro sta annientando la capacità del Brasile di combattere la deforestazione, favorendo chi commette crimini ambientali e incoraggiando le violenze verso popoli indigeni e comunità forestali tradizionali.

Tutelare l’Amazzonia e tutte le foreste del pianeta deve essere un obiettivo di tutti: senz’altro del governo brasiliano, ma anche dell’Unione Europea. Quest’ultima deve dotarsi di una normativa in grado di garantire che il cibo che mangiamo e i prodotti immessi sul mercato non siano stati ottenuti sacrificando le foreste e i diritti umani.

Durante l’ultimo G7 l’Europa aveva dichiarato di voler difendere l’Amazzonia stanziando fondi contro gli incendi, ma ha elaborato un piano d’azione contro la deforestazione che non affronta i costi ambientali e umani delle politiche commerciali e agricole dell’UE.

Non possiamo permettere che le multinazionali accedano a nuovi mercati senza valutare il costo ecologico, climatico e umano degli accordi commerciali.

Se la situazione peggiora, ci ritroveremo davanti ad un problema più grande di quello che possiamo immaginare. Per evitare ciò il governo brasiliano dovrebbe affrontare questo problema attraverso delle riforme a favore della lotta contro la deforestazione in Amazzonia.

Javier Armendariz Ciprì

3E secondaria di primo grado