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Intervista all’artista vastese Ianez: “Analisti ne abbiamo? “

foto di Francesca Prudenza

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Analisti ne abbiamo?”, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’artista vastese Andrea Iannone in arte Ianez.

Il tuo nuovo singolo propone una riflessione riguardo il tema delle fake news e di come alimentino il malcontento generale, cosa ti ha spinto a trattare questo argomento?

“Noi abbiamo una formula, il produttore Fabio Tumini mi manda una base, io la ascolto e vedo in che direzione mi porta. In questo caso me l’ha mandata mentre ero davanti a Facebook, mi trovavo a leggere cose assurde, allora ho optato per un argomento più impegnativo che ho cercato di trattare con ironia e sarcasmo per alleggerirlo un po’; penso che sia una piaga terrificante quella delle fake news, portata avanti proprio dalla mia generazione che non sa usare nel modo giusto i Social, finisce per sfociare in un egocentrismo sfrenato. Purtroppo ci ostiniamo a dare opinioni anche quando la nostra opinione è completamente superficiale.”

Quali soluzioni proponi per migliorare la situazione attuale?

“Credo serva del tempo. Internet è un mezzo libero in grado di ribaltare la situazione da un momento all’altro, d’altronde dove c’è anarchia vince chi urla di più. La gente annoiata è solita improvvisare davanti ad uno schermo, ciò andrebbe regolamentato.”

I SINGOLI

In che rapporto si pone il nuovo singolo rispetto ai precedenti “New Black” e “Minerva”?

New Black è un pezzo politico, è nato nel periodo in cui in Italia si chiudevano i porti; quando il popolo dà di pancia segue il più stupido del momento perché sembra la soluzione più semplice a problemi complessi. Siamo stati anche noi migranti, il problema di nazioni come la Svizzera. Dal momento in cui il migrante diventa un problema, la nazione è un problema.”

Se dovessi descrivere il nuovo singolo in tre parole quali sceglieresti?

“Ironia, sarcasmo e problema.”

foto di Francesca Prudenza

LA MUSICA

Ci sono artisti che hanno influenzato la tua scelta musicale? Quali?

“Siamo in tre. Io vengo da un metal estremo che non si fa più da un po’ di anni, poi sono passato al rock e al pop; il bassista faceva un rap metal; il produttore viene da un ambiente più Brit e quindi da gruppi come i Pavement. Ci affidiamo tantissimo agli ascolti per individuare i suoni, abbiamo una radice anni 80 che riportiamo in tempi moderni trasformandola in electro alt-pop; l’abbiamo definito così perché c’è tanta elettronica, una vena storta alternativa e pop perché tutto ciò che rimane in testa è pop.”

Come hai iniziato a fare musica?

“Ho iniziato a fare musica per sfogo. Avevo una situazione familiare abbastanza complessa, quindi anche un costante bisogno di scrivere. I primi testi li ho scritti per rileggerli come se si trattasse della storia di un altro. Scrivere è fondamentale per esorcizzare tutto ciò che ti circonda facendolo sembrare meno grave. Grazie alla chitarra sono riuscito a sviluppare la mia musica.”

di Ester Del Borrello