Questi giovani d’oggi…

 

di Giovanni Catelani,1D

Il tema della cittadinanza attiva è particolarmente attuale e, specialmente tra i giovani, sta diventando sempre più motivo di impegno sociale.

In questa intervista, Alessia Lanfranchi, una studentessa universitaria di Parma, ci racconta la sua esperienza di volontaria nell’associazione “Muungano“. Dopo aver sentito parlare da alcuni giovani di un campo di lavoro estivo realizzato nella comunita di Torrile, si è lasciata contagiare dall’entusiasmo e ha deciso di recarsi  nella sede della associazione per poterne fare parte.

Con quali propositi hai deciso di entrare a fare parte di Muungano ?

 Mi è sempre piaciuto informarmi sui problemi della mia città e gradualmente interessarmi a quelli di altri popoli, spesso meno fortunati di noi. Mi si è presentata l’occasione di conoscere l'”Associazione Muungano Solidarietà” e ho deciso di entrare a farne parte nel mio tempo libero.

Quali sono i tuoi compiti nell’associazione? Rivesti un ruolo specifico?

Alcune mattine mi occupo del lavoro della segreteria che coordina le diverse attività di “Muungano”, in particolare dei rapporti con le scuole, della mostra itinerante, del mercatino e la gestione degli studenti stranieri presenti in comunità.

Quali sono la storia e le caratteristiche di questa associazione ?

E’ una comunità di religiosi, amici, volontari italiani e africani che cammina con il popolo congolese. Siamo nati a Torrile di Parma negli anni novanta come appoggio alle attività dell’omonima Associazione “Muungano Solidarietè” di Goma nella Repubblica Democratica del Congo.

Tutto è iniziato in Africa nel 1976, con una comunità di missionari saveriani e laici. “Muungano”, che in lingua Swahili significa “solidarietà”, nasce proprio per fare solidarietà, organizzazione di attività e sviluppo di questa città. Le prime attività iniziano nel 1980 con il centro nutrizionale gestito da personale locale che negli anni ha assistito più di 15.000 ospiti. Nel 1994 arriva la guerra e Goma diventa una città di rifugiati, scoppia anche il colera. In questo contesto nasce la “Casa dei Bambini” per assistere gli orfani. Nel 2002 il dramma di Goma si completa: la lava del vulcano Nyiragongo devasta quello che dopo la guerra era rimasto in piedi e anche l’Ospedale dei Bambini che viene ricostruito nel 2005. Riassumendo, queste sono le nostre principali attività: in Italia, sensibilizzazione nella cittadinanza e nelle scuole (incontri nella classi, mostre, conferenze..), accoglienza di giovani studenti stranieri, mercatino solidale “Mille Cose”, campo di lavoro estivo per giovani; in Africa, formazione professionale per ragazzi e ragazze, centro salute per la lotta alla malnutrizione e sostegno alla maternità, supporto ai poveri della città, ai carcerati, ai malati di AIDS.

Questi giovani d'oggi...
Due native percorrono la strada che collega il loro villaggio al pozzo più vicino.

Riguardo a Mungano, qual è stato uno dei momenti più piacevoli che hai trascorso da quando sei socia?

Un momento simpatico della vita della Comunità è il pranzo domenicale che spesso consiste nel mangiare insieme piatti confezionati con ricette italiane ed africane. Gli italiani esprimono, poi, il loro parere sul piatto africano e viceversa…tutto questo in allegria!

Cosa significa per te il volontariato?

Attraverso il volontariato mi si è aperta una finestra sul mondo, dandomi una ventata di aria nuova che mi ha rianimato, mi ha fatto uscire dal mio piccolo mondo chiuso ed aprire a nuovi orizzonti. Ho scoperto il valore della multiculturalità in tutta la sua diversità e ricchezza e la possibilità di diventare cittadini attivi e responsabili. Inoltre, la presenza di stranieri mi ha fatto sperimentare le possibilità dell’integrazione fra persone di diversa nazionalità e cultura.

In che modo l’emergenza Covid-19 ha modificato il tuo impegno?

Purtroppo l’emergenza Covid ha rallentato le iniziative e le attività, soprattutto ha fatto chiudere il mercatino dell’usato, fonte di aiuto economico per Goma, ha bloccato gli incontri a scuola e la mostra itinerante. Anch’io ho dovuto lavorare da casa per un certo periodo.

Hai mai avuto paura di rischiare il contagio, vista la situazione? Hai mai pensato di rinunciare?

Mi sono vaccinata, la situazione pandemica è lentamente migliorata e, quindi, ho ripreso le attività dell’associazione con lo stesso entusiasmo e con la speranza che la vita riprenda il suo normale cammino. Anche il mercatino è stato riaperto.

Per concludere: che consiglio daresti ai giovani che hanno il desiderio di intraprendere un percorso simile al tuo?

Più che un consiglio, vorrei trasmettere l’entusiasmo per questa avventura e suggerirei a te e ai tuoi coetanei di avvicinarvi al volontariato secondo i vostri interessi e disponibilità.

E poi non ci vengano a dire: “Questi giovani d’oggi…