• Home
  • Blog
  • Articoli
  • “Sono volontario di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”

“Sono volontario di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”

di Bosio Vittoria, 1°D

Francesco Baruzzo, quest’anno coreferente regionale per Libera Liguria, una rete diffusa in tutta Italia di oltre 1600 associazioni, scuole, comitati, cooperative, parrocchie, sindacati con l’intento di contrastare la cultura mafiosa e le organizzazioni criminali promuovendo la giustizia sociale, la trasparenza e la legalità democratica attraverso progetti di formazione, educazione e animazione sociale, ha iniziato a interessarsi a questa tematica all’età di quindici anni:

“La mia classe fu coinvolta in un progetto di formazione condotto da Libera proprio sul tema della cittadinanza attiva. Il progetto si chiamava “Valdimagra allo specchio” e aveva lo scopo di coinvolgere gli studenti su ciò che accadeva quotidianamente sul loro territorio. L’intenzione non era solo conoscere il radicamento delle mafie nelle nostre città, ma anche creare e proporre progetti sociali per animare gli spazi che vivevamo come la scuola, le aree verdi e, soprattutto, i beni confiscati alle mafie.”

 

Le attività principali dell’associazione sono i percorsi di educazione alla legalità democratica nelle scuole, la promozione di progetti di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, la memoria delle vittime innocenti delle mafie e il cammino a fianco dei loro familiari.

immagine proveniente da: liberaliguria.it

Libera sostiene particolarmente la cittadinanza attiva:

 “Libera progetta e conduce percorsi di educazione alla responsabilità e alla legalità democratica in oltre 5.000 scuole e università, con lo scopo non solo di educare e sensibilizzare i più giovani ma anche di accompagnarli in percorsi di partecipazione per la costruzione di pratiche di contrasto civile alle ingiustizie sociali. Investe molto nei percorsi educativi nelle scuole, perché è il luogo in cui i giovani imparano a crescere e diventano cittadini.”.

Importante anche l’impegno di Libera per sostenere e promuovere il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie:

“Sono il segno più evidente della presenza della criminalità mafiosa nella vita economica e civile. Questi beni (appartamenti, ville, terreni, garage, etc.)  vengono tolti alle mafie e diventano pubblici ma troppo spesso purtroppo rimangono inutilizzati per difficoltà economiche o assenza di progettualità, come testimonia il report ‘Fattiperbene’ pubblicato da Libera lo scorso marzo. Nel solo comune di Genova, ad esempio, ci sono oltre 70 beni ancora inutilizzati! Proprio per questo Libera si batte per generare reti e comunità che si occupino, interessino e operino sui beni confiscati, in modo da innescare processi di sviluppo locale e accrescere la coesione sociale.”

I principali obbiettivi di Francesco Baruzzo, in qualità di coreferente, saranno: “estendere e rafforzare ancora di più la rete di Libera su tutto il territorio regionale, aumentando il numero di tesserati e di volontari per poter garantire ancor più efficacia al nostro impegno”, “continueremo i percorsi educativi che conduciamo ogni anno in decine di scuole in tutta la regione e non ci fermeremo nell’insistere per il riutilizzo sociale delle centinaia di beni confiscati ancora in disuso in Liguria, cercando di stimolare le associazioni e cooperative del territorio affinché creino, elaborino e conducano percorsi di riutilizzo”, ed infine “migliorare e approfondire l’attività di sensibilizzazione della cittadinanza sulla presenza delle mafie in Liguria, dato che in un nostro rapporto pubblicato nel 2018, ‘Liberaleidee‘, è emerso che solo il 30% dei liguri considera che la presenza in Liguria della mafia sia un fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso”.

 Molto importante è l’attenzione dei più giovani, secondo Francesco il modo più efficace per coinvolgere i più giovani è quello di renderli protagonisti.

“Troppo spesso si parla di giovani anziché parlare “per” e “con” i giovani, pensando di poter intrepretare a senso unico senza alcun confronto i loro bisogni, sogni e sensibilità. Per includere anche i più giovani nel dibattito pubblico è necessario aumentare le occasioni di aggregazione e condivisione tra i giovani, garantendo loro spazi di protagonismo in cui possano confrontarsi in una prospettiva di crescita, impegno e partecipazione sociale. Affinché il confronto sia non superficiale ed efficace è fondamentale curare anche l’aspetto della formazione e dell’educazione: i più giovani devono essere messi nelle condizioni di poter comprendere i complessi fenomeni sociali, politici ed economici che governano la nostra società globale. La creatività non si trasmette. Ma ognuno incontrando l’occasione di poterla sperimentare, può accendersene.”