Intervista: Erasmus a Barcellona

Ho domandato ad una ragazza che frequenta la facoltà di Fisioterapia presso la Sapienza di Roma di rispondere ad alcune mie domande riguardo l’esperienza Erasmus che ha appena terminato nella città di Barcellona in Spagna.

Era la prima volta che ti trovavi ad affrontare un’esperienza di questo genere completamente sola? Come ti sei trovata a grandi linee?

“Una volta ho fatto un’esperienza partendo da sola. Sono andata in vacanza non conoscendo nessuno alla ricerca di nuove avventure, ma non posso paragonare un soggiorno durato sette giorni all’esperienza Erasmus.

Il problema principale sta nel fatto che non basta cercare un alloggio abbastanza carino dove soggiornare alcuni giorni, ma devi trovare un posto che sia allo stesso tempo comodo per raggiungere l’università e per uscire, dal momento che non puoi disporre di una macchina.”

Quanto è durata la tua esperienza Barcellona?

“Sei mesi a partire dai primi giorni di settembre.”

Quali sistemazioni hai trovato a livello di alloggi?

“Non è facile trovare degli appoggi stabili perché quando ti piace un appartamento, se non ti convince completamente dal primo momento e scegli di tardare a rispondere al proprietario, in pochi secondi un altro se n’è già appropriato.

Sulla base della mia esperienza personale, a differenza di come ho deciso di approcciare io, consiglio a tutti coloro che si apprestano ad iniziare quest’esperienza di effettuare delle ricerche online sugli appartamenti disponibili prima di partire.

Esistono dei siti proprio per studenti per ricerca di alloggi, o anche per persone nuove in città.

In ogni caso, tra le varie visite che ho fatto, mi sono innamorata di un appartamentino piccolo condiviso con altri due ragazzi in un quartiere chiamato Gràcia.”

Mi sapresti dire il differenze che hai riscontrato maggiormente rispetto la tua città?

“Di Barcellona mi è rimasta molto impressa l’apertura mentale di cui dispongono le persone.

Per quello che potuto comprendere durante la permanenza, ci sono molti meno pregiudizi e più libertà di espressione.

Nessuno ti critica per il modo in cui ti vesti, per il sesso che ti piace. Puoi camminare per strada essendo te stesso, se pur stravagante, senza che nessuno ti guardi.”

Consiglieresti ad altri studenti l’esperienza Erasmus?

“Sì, penso che tutti i ragazzi debbano fare almeno un periodo fuori dal loro paese in modo da diventare autonomi e trovarsi nelle condizioni di doversela cavare da soli.

Torneranno come persone diverse e cresciute.”

Isvea Caliendo