La società di oggi è caratterizzata da innumerevoli fenomeni di violenza. Notizie di rapine, attentati, sequestri di persona, guerre, terrorismo, ogni giorno, riempiono i giornali.
Non si può non provare solo schifo vedendo simili gesti, ma la loro frequenza negli ultimi anni è diventata tale, che spesso si corre il rischio di abituarsi, arrivando quasi alla normalità. I tipi di violenza sono molteplici, inclusa quella psicologica: la dominazione del più forte nei confronti del più debole. Possiamo ritrovare forme di violenza simili nei rapporti di lavoro e nelle relazioni amorose, dove, a volte, può capitare che le donne innamorate così tanto del loro partner, possano arrivare a fare tutto quello che gli dicono solo per essere accettate, ovviamente può essere anche viceversa, questo ci fa capire che il più forte si serve a proprio vantaggio di chi è più debole. Anche la droga mette il tossicodipendente in una condizione di violenza dove lo spacciatore lo sfrutta a proprio vantaggio per guadagnare, senza pensare alle conseguenze di chi compra. Un altro tema di violenza da trattare, è quella culturale che mette a contatto quotidianamente persone tra loro diversissime, per etnia, cultura e religione, non dovrebbe neanche più essere discusso, dovrebbe essere considerato solo sbagliato. Eppure, ancora oggi, le persone non hanno imparato il significato di uguaglianza: un esempio banale è quanto accaduto a George Floyd, un chiaro atto di razzismo da parte dei poliziotti. Inoltre è ancora presente, purtroppo, in tante aree del pianeta, la violenza politica. Ne è un esempio Putin che sta rischiando di portare un’altra guerra mondiale, senza pensare a tutto quello che abbiamo passato.
La violenza della guerra è un male da cui l’umanità purtroppo non è riuscita ancora a guarire, nonostante le due guerre mondiali, i campi di concentramento, lo sterminio di sei milioni di ebrei e le prime bombe nucleari lanciate nel centro della città di Hiroshima e Nagasaki.
Alessandro Amabile, III C