I Profughi

rofugo è chi cerca un nuovo posto in cui vivere: un futuro, un lavoro, una
speranza, una nuova vita. Nei suoi occhi c’è la disperazione del passato, ma
soprattutto il fuoco della speranza.
Quando leggiamo la parola profugo pensiamo a qualcuno che fugge. Da un
Paese povero, dalla fame o dalla sete, da una guerra, da una catastrofe
naturale.
I profughi fuggono, sì, ma il termine pone l’accento non sulla provenienza,
bensì sulla destinazione: “profugo” è chi fugge verso qualcosa, più che da
qualcosa.
Dal 1945 al 1952 più di 250.000 profughi ebrei vissero in centri urbani e in appositi campi creati in Germania, Austria e Italia.
Dopo la liberazione, i sopravvissuti cominciarono subito a cercare di riunire le proprie famiglie, mentre le Nazioni Unite crearono un’Agenzia apposita per aiutare i superstiti a ritrovare parenti usciti vivi dai campi di concentramento.
Il tentativo di riunire i sopravvissuti andò di pari passo con la creazione di nuovi nuclei familiari: molti matrimoni e molte nascite ebbero infatti luogo nei campi profughi.
I profughi, inoltre, trasformarono i campi in centri culturali e sociali molto attivi. Nonostante le condizioni spesso desolate (bisogna ricordare, infatti, che molti dei campi profughi erano stati campi di concentramento e campi dell’esercito tedesco), le organizzazioni sociali e professionali diventarono
presto molto numerose. Il giornalismo fiorì e si sviluppò, dando vita a più di 170 pubblicazioni. Numerose compagnie teatrali e musicali effettuarono vere e proprie tourné da una struttura all’altra, mentre i club sportivi organizzarono eventi in cui i vari campi si sfidavano in diverse discipline.
I Profughi in Italia
E l’eccessivo afflusso di profughi provenienti dalle realtà più disastrate del
continente europeo ha creato non pochi problemi anche in Italia, per via della
sostanziale inadeguatezza delle strutture destinate ad accogliere i nuovi
arrivati.
Mentre nel Mediterraneo si continua a morire, sulla terraferma tengono banco
annunci e propositi di riforma del sistema migratorio da parte del nuovo
governo italiano. Sotto la lente ci sono 500mila migranti irregolari (secondo i
dati Ismu), oggi in Italia, dopo aver attraversato l’inferno libico e il mare per
fuggire dalle guerre o da una vita in miseria. Migranti chee hanno finito per
trasformare l’Italia, secondo le dichiarazioni rilasciate dal nuovo ministro
dell’Interno, in un grande «campo profughi». Ma è davvero così? Ecco cosa
dicono i numeri ufficiali.