“Siate il meglio di qualunque cosa siate…”

“Siate il meglio di qualunque cosa siate. Se non potete essere un pino sulla vetta del monte, siate un cespuglio sulla sponda del ruscello. Siate un cespuglio se non potete essere un albero.[…] Siate il meglio di qualunque cosa siate, cercate ardentemente di scoprire a cosa siete chiamati, e poi mettetevi a farlo appassionatamente”.

M.L. KING

“Siate il meglio di qualunque cosa siate” è il titolo della citazione di M.L. KING, rispecchia praticamente il mio motto prima di fare qualunque cosa. “Fai il meglio in qualunque cosa fai” e se decido di fare una cosa devo per forza cercare di ottenere il massimo e se non ci arrivo, devo essere cosciente di aver dato il massimo del mio limite e competenze. Spero e cerco di mantenere questo motto anche nel mio futuro avvenire: nello studio, nel lavoro e nella vita. Ovviamente non sempre funzionerà perché può anche capitare che non riesca a ottenere il massimo perché non ho dato il massimo, e quelle volte saranno le lezioni che mi impartirà la vita.

Adesso sono davanti alla mia prima grande scelta: la scelta del liceo; ho già in mente delle strade per il mio futuro. Ho smontato tutti i mattoni dei due licei che sono propensa a scegliere, mattoni pesanti e leggeri, piccoli e grandi, nuove e vecchie, in base ai miei gusti e competenze, ma sembra che le scuole siano fatte dello stesso materiale. 

So che la scelta definitiva sarà mia, ma ci sono troppe ramificazioni di possibili futuri e la scelta mi risulta matematicamente impossibile.

Devo scegliere in base a criteri mai utilizzati prima.

Ho sempre fatto scelte dando un punto per ogni cosa: due punti al Liceo Classico per la sua difficoltà, che sarebbe da allenamento per il futuro e la mia passione per il greco e latino, lingue che nessuno prende più in considerazione ma che lo stesso mi attraggono.

Due punti al liceo linguistico per la possibilità di imparare lingue nuove e avere un bagaglio di conoscenze sulle lingue. Ero quasi decisa a scegliere questo liceo per le tante lingue che possono servirmi nel futuro, ma qui entrano in gioco le opinioni altrui: chi dice che sono più portata per il classico perché mi considerano una secchiona, chi il linguistico dicendo che, conoscendo le lingue, potrei praticamente specializzarmi in qualunque ambito decidessi in futuro, ma tenendo presente tutte le iscrizioni del linguistico, che sono superiori al classico, quanti coetanei usciranno dalla scuola sapendo una o due lingue in più? Non diventerei una delle tante persone poliglotta tra una marea di gente poliglotta? Certo ci saranno quei pochi bravi che parlano più lingue come se fossero madrelingua. Ma ci riuscirei? E se perdessi la mia ambizione? Se non ce la facessi? Rimarrei una delle tante mele di una cassa, quella che nessuno considererà. 

Dall’altro canto il liceo classico a cosa mi porterà? Studiare la lingua latina e greca è più un interesse. La storia, cultura e religione di quei periodi mi affascinano. In poche parole tutto ciò che ha a che fare con le lingue e la storia mi interessano un sacco. Ma restare a imparare delle lingue morte nel periodo in cui il cervello è come una spugna che assorbe tutte le conoscenze è saggio? Per imparare poi le lingue dovrei fare un’università, ma vorrò ancora fare un università tra cinque anni? Imparare nuove lingue sarà sempre più difficile rispetto a quando ero ragazzina?

Spero con tutto il mio cuore che al momento dell’iscrizione avrò deciso la mia strada.

Testo di GU YING XUAN ARIANNA

immagine di ANGELICA SOLDANI

3E, Scuola media Marconi