Una giornata da dea dell’Olimpo

Una sera, tornando dall’allenamento di nuoto, distrutta e dolorante, mi buttai sul letto seduta stante, mi addormentai subito e iniziai a sognare…

Sognai di essere una dea greca, per la precisione Atena.

Mi trovavo nella dimora degli dei, sulla cima del monte Olimpo: era tutto bellissimo, reso dorato dalla luce del Sole, calmo e tranquillo, finché apparve Zeus. 

Il Padre degli dei era molto arrabbiato con gli umani, perché non gli avevano consegnato le consuete offerte e quindi dovetti andare io, da parte sua, a lanciare un fulmine a ciel sereno: tutti i greci sanno che un fulmine a ciel sereno non è un segno propizio e ciò li avrebbe in modo ‘’indiretto” spinti a dare le offerte a mio padre. “Ah! Quel presuntuoso! Non ha riguardi per nessuno, a parte per zio Poseidone, perché è suo fratello”.

Come se non bastasse, quella sciocca di mia sorella Afrodite mi disse che era da almeno cento anni che non mi presentavo per bene agli umani e che mi avrebbe truccata perfettamente lei la prossima volta che mi avessero venerata. Io sospirai e le dissi che non era vero, ma lei continuò imperterrita e mi portò nel salone di bellezza divina, dove c’erano vasche dorate con l’acqua calda, un grande specchio con vicino un tavolino ornato da fantasie greche dorate, con cassetti pieni di collane, orecchini, trucchi e oggetti vari con cui mi avrebbe “rimesso in sesto”, come disse lei.

A quel punto capii che non c’era nulla da fare, a parte essere trascinata di qua e di là per diventare come Afrodite.

Ma ecco che arriva zio Poseidone, dicendo di essere anche lui arrabbiato con gli umani perché stavano navigando senza il suo consenso; ovviamente dovevo andare IO a sistemare le cose, sempre IO devo fare queste sciocchezze per i miei parenti… 

Quando finii il compito assegnatomi da di zio Poseidone, Afrodite colse nuovamente l’occasione per riportarmi nel salone di bellezza divina… Per fortuna, arrivò mamma Era dicendo che il suo pavone non si sentiva bene e lei non sapeva più che fare quindi, sì, toccava sempre a ME aiutare e, vabbè, sempre meglio che stare con Afrodite, francamente!


Arianna Boggia, I D Marconi