DALL’INCOSCIENZA ALLA COSCIENZA

Con questo elaborato Simone Arrigo, della classe IV AL del Secondo Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta, si è aggiudicato la vittoria al Concorso “Salviamoci la vita” 2022-23, che, ideato e realizzato dalla prof.ssa Strazzulla,  mira a sensibilizzare gli studenti al rispetto delle regole stradali.

Il 6 agosto di questa estate la mia vita è cambiata improvvisamente a causa di un avvenimento che mi ha scosso profondamente. In un incidente stradale un mio amico, fratello e compagno di squadra è morto. Era Peppe, il ragazzo che sedeva accanto a me in panchina e negli spogliatoi, il mio compagno di risate, di ansie e di esultanza ad ogni goal, era lui: Peppino! Strappato alla vita in pochi attimi. Dico che la mia vita è cambiata non soltanto per il dolore, dovuto alla perdita, vissuto accanto ai familiari, ma perché credo di aver perso per sempre quell’incoscienza che caratterizza la mia età, quella sensazione che ti fa sentire invincibile, che le disgrazie accadono sempre lontano da noi, insomma, la stessa incoscienza che ti fa rispondere ai genitori che sono esagerati o che si preoccupano inutilmente.

Quel giorno era sabato, ad un certo punto mentre dormivo sento il telefonino esplodere di chiamate e messaggi, non capivo cosa stesse succedendo. Il primo messaggio che ho visto è stata una foto di un articolo online, che dichiarava la scomparsa di due giovani ragazzi augustani, uno di questi era Peppe. Inizialmente non sapevo cosa dire, ancora non realizzavo, poi ho capito veramente cosa fosse successo, sono stati dei giorni di inferno. Non avevo mai assistito alla morte né di un parente né di un amico, o ero piccolo per ricordarlo, e per me è stato davvero devastante. Durante il funerale, io e miei compagni di squadra lo abbiamo portato sulle spalle, ma personalmente lo porto con me sempre, in particolar modo quando entro in campo.

Nello stesso giorno in cui ho saputo della disgrazia ho visto un video, postato sui social pochi minuti prima della tragedia, dove il conducente dell’auto sfrecciava a 230 km/h in autostrada. Io non so se fosse lucido o se avesse bevuto o assunto sostanze stupefacenti, ma sicuramente è stato un incosciente! A causa di quella velocità Peppe ed un altro ragazzo hanno perso la vita ma poteva andare peggio, poteva essere una strage se nell’incidente fossero state coinvolte altre autovetture, con magari intere famiglie a bordo. Questa vicenda e soprattutto quel video mi hanno portato ad una profonda riflessione sul rispetto delle regole stradali, ho compreso l’importanza di rispettare i limiti di velocità, di non bere, né assumere sostanze stupefacenti prima di mettersi alla guida, poiché non siamo solo responsabili di noi stessi, ma anche del male che possiamo fare ad altri che sfortunatamente si trovano con noi, che ci incrociano con la macchina o in sella ad un motorino. Quando ho sostenuto l’esame per la patente dello scooter tutte quelle regole da rispettare del codice della strada mi sembravano banali e scontate ma oggi ho capito che non è così, ho capito che ogni infrazione può portare a delle conseguenze per sé stessi e per gli altri.

Non fermarsi ad uno stop per rispondere ad un messaggio sul cellulare può provocare incidenti anche gravi. Superare i limiti di velocità, soprattutto sulle strade cittadine, significa non potersi fermare in tempo prima della disgrazia, cioè prima delle conseguenze! Dico che la mia vita è cambiata perché oggi, quando guido, presto molta più attenzione, allaccio sempre il casco, non uso il cellulare e soprattutto non supero i limiti di velocità. Sicuramente tutto questo può sembrare paura per il trauma subito, ma non credo sia paura la mia, penso che perdendo l’incoscienza è subentrata la coscienza, cioè quella lucidità e maturità mentale che ti fa apprezzare e rispettare la vita come essere umano e come cittadino.

Personalmente sono convinto che se ogni cittadino rispettasse le regole stradali, molti incidenti si potrebbero evitare e tante disgrazie che hanno distrutto la vita di molte persone non si sarebbero consumate. Bisogna avere più responsabilità e senso civico, dato che non siamo soli ma viviamo in una comunità.

Simone Arrigo IV AL