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Laura Sicignano ai giovani: “Non abbiate paura di sperimentare”

Martedì 17 gennaio 2023, nell’aula magna del Liceo Andrea D’Oria, si è tenuta una conferenza della pluripremiata regista teatrale Laura Sicignano

Di Elena Iannacchino, Irene Collufio e Vittoria Gandolfo, 2B

Il 17 gennaio, nell’aula magna del liceo Andrea D’Oria, Fabio Capocaccia, presidente dell’associazione ex allievi del D’Oria, ha proposto un incontro con la regista, autrice, produttrice, organizzatrice teatrale ed ex studentessa del Liceo Andrea D’Oria Laura Sicignano, che ha raccontato l’inizio della sua carriera e ha presentato due suoi nuovi progetti: Kakuma e I Treni della Felicità.

Kakuma in scena al Teatro Nazionale di Genova

Kakuma è uno spettacolo dedicato all’omonimo campo profughi, situato tra Kenya e Sud Sudan, che ospita oltre 270mila persone, in fuga dai conflitti nei paesi circostanti.

Laura Sicignano ha visitato il campo e ha raccontato:

“Normalmente nessuno va in queste zone, i giornalisti si collegano tramite Skype con i volontari, fortunatamente sono riuscita ad andarci, e a vedere in prima persona come sia la situazione.”

La sua visita al campo, spiega la regista, è stata di breve durata data la difficoltà dello staff ad assicurarle la scorta per lei obbligatoria 

“Nonostante questo ho avuto l’opportunità di intervistare sia i rifugiati sia il personale, proprio perché Kakuma ha come obbiettivo di raccontare non solo il punto di vista dei profughi, ma anche quello di chi ci lavora” 

 

I treni della felicità –“Questa storia nei libri di storia non c’è”

I Treni Della Felicità in atto al Teatro Della Tosse di Genova

 Nell’immediato dopoguerra le donne dell’UDI (Unione Donne in Italia)   organizzarono dei convogli che trasportarono nel nord Italia, principalmente   in Emilia-Romagna, circa 70mila bambini che vivevano in condizioni di   miseria in   tutta la penisola.                                                 

 Il 19 gennaio 1946 partì il primo convoglio da Roma. Fu il sindaco di Modena   a chiamarli “treni della felicità”, perché davano ai bambini una nuova vita e   condizioni migliori per viverla. 

 

 

Lo spettacolo racconta questo periodo dal punto di vista delle donne che hanno accolto i bambini, riflettendo sulla maternità non solo come condizione biologica, ma anche etica. Questa rappresentazione racconta una storia di solidarietà e di speranza che ha permesso all’Italia di rinascere.

 

Laura Sicignano è una pluripremiata regista, attrice, produttrice e fondatrice del teatro Cargo, Teatro Villa del Ponente e Teatro di Villa del Galliera che hanno sede a Genova. Laureata con lode in Storia del Teatro all’università cattolica del Sacro Cuore di Milano nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il titolo di direttrice del teatro stabile di Catania. Il suo primo ruolo riguardava il dietro le quinte degli spettacoli sotto la guida di Ivo Chiesa. Nel 1994 fondò il teatro Cargo in cui ha diretto e prodotti più di 40 opere teatrali. Ha diretto tre festival su tematiche sociali e suoi spettacoli trattano di storie di donne, eroi di cui riporta in vita la memoria e informano il pubblico su situazioni difficili diffuse nei luoghi che visita.

Le abbiamo rivolto qualche domanda:

Lei ha studiato in questa scuola: questo percorso di studi l’ha in qualche modo aiutata a raggiungere i suoi obbiettivi?

Assolutamente si. Ho avuto insegnanti straordinari e insegnanti pessimi, ma sono stati entrambi molto formativi. La prima categoria è stata molto formativa non solo per le nozioni acquisite, ma anche perché mi ha fornito un metodo critico per affrontare le difficoltà e leggere la realtà, anche se magari non ricordo tutto ciò che ho imparato. Gli insegnanti pessimi mi hanno insegnato che la vita è ingiusta e che spesso le cose non vanno come vorremmo. La mia classe si aspettava dei professori ottimi, e abbiamo vissuto questa situazione come un’ingiustizia … purtroppo nella vita succede spesso, quindi anche questa è stata una lezione molto importante. Inoltre ho avuto una classe meravigliosa: siamo stati anche noi, reciprocamente, degli insegnanti, nei nostri conflitti e nelle nostre diversità. 

C’è qualche messaggio in particolare che spera di trasmettere con con i suoi spettacoli? Le sue opere sono rivolte a un pubblico in particolare?

Non penso che sia scopo dell’arte trasmettere messaggi, ma penso che un’opera d’arte debba arrivare a tutti, penso che debba avere una molteciplità di livelli di lettura. A un livello magari più basso riesce ad arrivare anche a un pubblico più semplice, mentre un pubblico più sofisticato riesce a cogliere altri livelli di lettura, ma l’arte deve comunque arrivare a tutti: che sia un pubblico colto, non colto, di giovani, di adulti. Per fare la “prova del nove”, scelgo un pubblico ristretto di giovani e giovanissimi che vengano a vedere la prima: se si mostrano interessati, ho vinto, mentre se si annoiano, ho fallito.

C’è qualche consiglio che vorrebbe dare a ragazzi che desiderano intraprendere la sua stessa carriera?

Un mio consiglio è mettersi alla prova, anche con gli amici, senza paura. Questo è un lavoro in cui bisogna sbagliare tantissimo, prima di ottenere un risultato. Inoltre bisogna fare gavetta, infilarsi in realtà professionali, osservare  e curiosare: è un lavoro in cui si impara facendo e guardando gli altri, un lavoro al tempo stesso molto intellettuale e molto pratico. Bisogna buttarsi, sporcarsi le mani, senza paura.