Seguire la sintassi del cuore

La mia malattia è ormai la malattia del mondo che fa fin troppa fatica a guarirne; questo brutto microbo infettante per quanto riesca a vedere non è altro che una viscerale ossessione per la perfezione, figlia di un atteggiamento coi paraocchi con cui si tira avanti come muli. Cosa ne scaturisce? Idee e pensieri sterili che non portano a nessun frutto e fanno terra bruciata ai sogni, le stesse idee che quando cercano di accoppiarsi fra di loro per produrre progetti più complessi generano prole non feconda.

A differenza di quanto ci hanno voluto far credere instaurare dentro il nostro cervello una coabitazione tra uno spirito concreto e razionale ed uno astratto in grado di dedurre e stimare comporta necessariamente il dover uscire fuori dagli schemi, il dover fuggire da convinzioni errate ed il sapere se è il momento di abbandonare. Questo difficile connubio ce lo hanno regalato le scienze esatte come la matematica dove all’evidenza è sempre necessario anteporre la realtà dimostrata punto per punto, passo dopo passo.

Solo per fare un esempio potremmo usare la geometria piana. Nel piano euclideo è noto che due rette sono parallele se mantengono una distanza costante, già solo disegnandole su un foglio di carta possiamo rendercene conto, facendo poi un piccolo passo in avanti con l’immaginazione ci verrà subito ovvio pensare che non potremo mai sapere se la condizione di parallelismo è realmente possibile poichè non disponiamo di una porzione illimitata di piano.

I matematici però riescono ad inventare nuovi modelli come la geometria ellittica e quella iperbolica dove il piano ha una curvatura rispettivamente positiva o negativa, tutto questo partendo da due diverse negazione del V postulato di Euclide su cui si basa la geometria.

Questo per dire che ci possono sempre essere nuove realtà e punti di vista che possiamo sviluppare, cosa che il padre fondatore della geometria non euclidea, Saccheri, non capì pensando sempre di essere in errore e che il modello proposto dagli Elementi fosse la verità assoluta e morendo tra l’altro con questa convinzione.

Nulla più di questo può farci capire quanto sognare e spingersi oltre ma senza nutrire speranza possa dare forti delusioni. Fa paura morire pensando di aver fallito quando in realtà la strada intrapresa era quella giusta, fa male costruire la propria identità sui pensieri degli altri.

Anche la storia fa altrettanto bene allo sviluppo di questa mentalità perché ti porta sempre a ragionare sul modello causa-conseguenza.

Parlando di storia si dovrebbe dire che in questo momento noi giovani siamo veramente dati in pasto ai lupi in una situazione gravissima e di degrado totale e profondo. Mi viene da domandarmi come certi adulti abbiano potuto distruggere ogni scudo protettivo per noi giovani… Cambiamento climatico, fenomeni migratori, criminalità organizzata collusa con i rami più alti delle istituzioni. A questo mondo ci sono fin troppe persone che dovrebbero una volta per tutte chiedere scusa per come il potere le ha divorate vive trasformandosi in un’arma contro gli altri.

Cosa resta quindi? Perchè ne vale la pena? Non ne ho la più pallida idea, vorrei solo vivere in un buco nero dove potrei dilatare lo spazio e il tempo, contrarre le brutte emozioni, apprezzare la poesia del cosmo e vivere sdoganato dal limite che impone alla mia anima di accompagnare il mio corpo senza mai lasciarlo.

Il mio futuro per come cerco di vederlo dovrà essere trasgressivo e irriverente ed il più coraggioso possibile, questa in particolare è la cosa che mi fa più paura perché mi rendo conto che chi si crede invincibile è il primo in assoluto a cadere perché in fin dei conti siamo tutti in balia della tempesta. L’unica cosa che dobbiamo fare è cercare di nuotare piuttosto che semplicemente stare a galla, approccio ancora più fondamentale nella società di oggi dove purtroppo c’è troppa gente senza pudore e senza vergogna che quando esce dal villaggio si ritrova come un somaro con una mano davanti e l’altra di dietro. Si può provare a tenere la testa alta, ma mai peccando in superbia, ricordandosi sempre che siamo fatti di carne e sangue né di oro né di argento e neppure di piombo.

Posso ancora provare a staccarmi dal concerto in favore della più potente immaginazione. Devo cercare di esprimere le cose che mi turbano, di sputarle fuori cedendomi un po’di ascolto e senza permettere a nessuno di violentare il mio sfogo levandomi la libertà. Devo gettarmi nella mia impulsività, cercare di seguire la sintassi del mio cuore più che le regole del mondo, provare a rompere i più profondi segreti.

Voglio il brivido che mi fermi il battito, che mi trapassi la pelle come un’onda d’urto grezza e impura che mi scuota da dentro, temo troppo che gli occhi miei smettano di essere inquieti e si riempiono. Lo devo a me stesso in primo luogo e poi a tutti quelli che hanno nutrito fiducia in me. Mi propongo di non perdere mai l’onestà perché non è bello e neanche facile essere con la coscienza pulita e l’anima sporca.

Mi serve un bunker perché mi trovo a fare la latitanza da tutto ciò che mi avvelena il sangue e che mi svilisce.

La strada è lunga ma la perfezione non è il nostro obiettivo, è la nostra tendenza.

Valerio Anfuso 1QL