“Adotta un giusto” – sulle orme degli uomini grandi

In occasione della 13esima giornata europea dei Giusti dell’Umanità, il nostro Auditorium ha ospitato un incontro, organizzato dalla prof.ssa Antonia Provicoli, con la collaborazione della prof.ssa Giovanna Santangelo, per riflettere insieme sulle personalità che ogni giorno, in silenzio, plasmano il nostro mondo. 

Dopo l’introduzione al pianoforte di Luciano Salvatore D’Agostino, che ha magistralmente suonato “My Lie”, le classi partecipanti, presentate dalle studentesse Giulia Greco e Luisa Paolino, hanno potuto far conoscere i loro progetti candidati al concorso “Adotta un giusto”, attraverso i quali hanno ripercorso le tracce di uomini e donne che, nella loro semplicità, hanno compiuto azioni straordinarie.

I nomi sulla lista sono tanti: Luca Attanasio, Rigoberta Menchù, Stratos Valiamos, Gino Bartali, Erwin Krautler, Padre Natalino Vura, Maria Quinto, Stanislav Petrov, Christoforos Schuff, Don Peppe Diana.

I ragazzi, con creatività e impegno, sono riusciti a dare voce a ognuno di questi personaggi, accompagnati dagli studenti del terzo e quarto Liceo Musicale che, con la loro inconfondibile firma, hanno riempito l’Auditorium con i loro strumenti sulle note di “Mercy Mercy Me” e “Pensa”

Luca Attanasio svolgeva la sua missione di Ambasciatore in Congo sognando di “ridisegnare il mondo”; Rigoberta Menchù si è battuta per i diritti e il riconoscimento internazionale della causa degli Indios del Guatemala; Stratos Valiamos, pescatore originario dell’isola di Lesbo, con la forza delle sue braccia è riuscito a salvare un numero inimmaginabile di migranti; Gino Bartali, trasportando documenti falsi nel manubrio e nella sella della sua bicicletta, ha contribuito a salvare ottocento ebrei; Erwin Krautler, vescovo cattolico austriaco, con la sua difesa dell’Amazzonia dagli impatti ambientali causati dal disboscamento a opera delle multinazionali; Padre NatalinoVura che durante la guerra civile in Uganda attua una missione di recupero e salvataggio dei bambini soldato; Maria Quinto, responsabile del progetto dei corridoi umanitari; Stanislav Petrov che ha probabilmente salvato il mondo da una catastrofe nucleare; Christoforos Schuff, sacerdote ortodosso impegnato nel soccorso dei naufraghi provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente; Don Peppe Diana, attivista, scout, sacerdote a Casal di Principe, che ha cercato di aiutare le persone nei momenti resi difficili dalla camorra negli anni del dominio assoluto dei Casalesi.

Poi, d’improvviso, richiamando l’attenzione, il Clan “Shalom” Gruppo Scout AGESCI VASTO 1, formato dagli studenti Carlo Monteferrante, Davide Di Falco, Emanuele Nootturno, Francesco Pratesi, Giosuè Del Borrello, Lorenzo Guerrieri, Luna Vitelli, Sofia Prosperi, Stefano Di Fonzo, insieme al Capo scout Angelo Marzella, ha messo in scena una performance con la quale sono state evidenziate le problematiche che affliggono i quartieri più abbandonati del sud Italia.

Con delicatezza ed emozione, hanno ragionato su quanto sia semplice cadere nell’errore,  sfociando nella criminalità, quando attorno c’è solo degrado. E per farlo si sono serviti delle testimonianze di tutte quelle persone che da anni si impegnano per rendere quelle zone dei luoghi di crescita e opportunità.

Non si poteva, dunque, non ritornare sulla figura di Don Peppe Diana, ripercorrendo, attraverso la figura di Augusto di Meo, anche gli ultimi istanti della sua vita.

Il 19 marzo di trent’anni fa, Don Peppe Diana veniva ucciso dalla camorra. Parroco di Casal di Principe, si è battuto contro la criminalità organizzata. Ha pagato con la vita la propria coraggiosa attività. E’ stato assassinato, a soli 35 anni, nella sacrestia della sua Chiesa, mentre si accingeva a celebrare messa.

È stato un momento importante e necessario per imparare e riflettere su quelle situazioni che apparentemente non intaccano la nostra serenità quotidiana, ma che ci riguardano più di quello che pensiamo. Fanno immancabilmente parte della società che abitiamo e in quanto tali vanno affrontate con coraggio e orgoglio, per non limitare la bellezza molteplice della vita ad un banale susseguirsi di eventi.

 

Alessandra Masciantonio