Lettere da fronte (4)… aspettando il 25 Aprile

Linea del Piave, 5 maggio 1915

Cara mamma,

sono vivo.

Ieri abbiamo combattuto contro gli austriaci  ed è stata una battaglia molto dura.

In questo momento mi trovo all’ospedale, sono stato colpito alla gamba sinistra.  Per fortuna nulla di grave.

I dottori dicono che mi dimetteranno presto, ma io non voglio tornare là, in quelle fosse della morte, dove le persone per bene muoiono con uno schiocco di dita, senza un motivo, ignare.

Spero che nessuno veda ciò che ho visto io, la morte in persona, indescrivibile.

Le trincee penso possano essere paragonate all’inferno.

Le condizioni igieniche in cui viviamo sono disastrose e si muore di freddo.

Mamma, tu ti lamentavi di quel venticello fresco che c’era l’anno scorso in primavera qui ci lasciano morire congelati sotto le tempeste senza alcuna protezione.

Il cibo è scarso, ce ne danno molto poco, sembra scaduto.

Non si riesce mai a dormire, bisogna sempre stare in allerta, i nemici possono attaccare in qualsiasi momento.

Farsi degli amici non è così facile. Due giorni fa avevo conosciuto Giorgio e Francesco, erano fratelli: entrambi sono stati uccisi.

Mamma, non voglio più stare qui.

Spero di sopravvivere ancora un po’, ma non penso di farcela.

Mentalmente sto molto male, vedo persone morire ogni giorno. C’è chi muore per una granata, per una malattia, per il freddo, chi si toglie la vita, chi viene ucciso con una raffica di colpi, chi accoltellato.

Io voglio tornare a casa.

Mamma, mamma, vienimi a prendere.

Ti prego portami a casa.

Mi manchi tanto e ti sogno ogni notte.

Non voglio morire, voglio poterti abbracciare un’ultima volta.

Prega per me e per tutti noi.

Chiedi a Dio se può portarmi via da qui.

Salutami papà, mi manca tantissimo e la nonna, mandale un bacio da parte mia.

Ho tanta paura.

Ti voglio un mondo di bene.

Voglio solo che tutto questo finisca.

                                                                                                    Tuo figlio Giovanni

Bianca Magliola, 3G, Scuola secondaria Salvemini