Intrappolati nella “Storia” – Racconto

Era un giorno come tutti gli altri, mi ero svegliata verso le sette ed era prestissimo ma come al solito da presto si fece tardi, infatti eravamo arrivati davanti alla scuola che la campanella era già suonata da almeno dieci minuti. Meno male che, salendo le scale, trovai qualcuno. Erano le mie amiche, come al solito anche loro in ritardo.
Appena entrate in classe, notammo subito un banco in più. Tutta la classe si chiedeva perché e infatti la risposta subito arrivò. Dalla porta entrò una bambina con due codine di colore nero scuro. Era una bambina con l’apparecchio ai denti e in mano teneva un biglietto che la maestra prese e lesse. Appena finito di leggerlo, disse: ”Benvenuta Adelaide!”
La bambina dai capelli scuri si mise a sedere con molta timidezza. La lezione si era svolta normalmente, ma Adelaide non aveva detto una parola.
Suonata la campanella andando in bagno chiesi ad Adelaide: ”Ciao! Io mi chiamo Bianca, ti piacerebbe essere mia amica?” e Adelaide rispose: ”Certo!”
Eravamo tutte insieme, io, Adelaide, Alessia, Vanessa, Giulia, Lavinia, Sofia, Greta, Stefania, Chanelle e Giulietta, quando, ritornando dal bagno, sentimmo un rumore.
Allora, tutte incuriosite, ci avvicinammo sempre di più al suono, finché non arrivammo davanti ad una porta e Giulia gridò: ”Io la conosco bene la scuola e non avevo mai visto questa porta!”
Adelaide disse: ”Allora, cosa aspettiamo, andiamo!”
Adelaide sembrava non avere paura, ma tutte le altre sì, infatti non tutte erano d’accordo, ma alla fine entrammo. Quando tutte fummo dentro, la porta si richiuse di colpo. Ci ritrovammo in un parco con gli alberi spogli e le foglie cadute a terra, con giochi con colori sbiaditi e rotti.
Ad un certo punto sentimmo due persone litigare e ci avvicinammo per vedere chi fossero.
Erano due persone con due cappelli grandi e lunghi; uno sul cappello aveva dei disegni che rappresentavano delle stelle mentre l’altro cappello aveva dei pallini. Erano vestiti con colori molto allegri come il blu, il verde, il rosso, il giallo, il viola e l’arancione. Litigavano in modo molto acceso, senza mai fermarsi. Continuavano a dire: ”No, vacci tu! No, vacci tu, forza!”
Alessia li interruppe: ”Dov’è che dovete andare, insomma!” e tutti e due dissero insieme: ”Nel labirinto!” Greta esclamò: ”Quale labirinto?!” e insieme i litiganti risposero: ”Quel labirinto!” dissero indicandolo davanti a loro. Lavinia disse: ”Sì, ma voi chi siete?” quello più piccolo rispose: ”Io mi chiamo Turcko e l’altro più alto è Tarcko e anche voi dovete attraversare quel labirinto se volete uscire da qui”.
Sofia esclamò: ”Io non ho la minima intenzione di attraversare quel labirinto; in tutte le storie che ho letto, le persone dal labirinto non sono mai uscite, e le uniche che lo hanno fatto sono state solamente fortunate!”.
Be’, a quel punto venne qualche dubbio anche a me. Chanelle disse ai litiganti: ”Ma anche voi volete attraversare il labirinto?” e Turcko rispose: ”No! Tarcko aveva fatto rotolare la sua pallina lì dentro!”
Ad un certo punto ad interrompere la conversazione arrivò uno strano rumore di passi pesanti e lunghi. Dalla collina si intravide uno strano animale peloso a quattro zampe e Giulietta urlò: ”Scappiamo!” e tutte insieme ci infilammo nel labirinto visto che non avremmo avuto altra scelta e quando tutte fummo entrate, l’apertura del labirinto si richiuse di colpo alle nostre spalle. Giulia ci contò per vedere se eravamo tutte. Eravamo Alessia, Vanessa, Giulietta, Chanelle, Stefania, io, Sofia, Giulia, Adelaide e Lavinia. Giulia disse: ”Manca qualcuno, noi in tutto siamo 11!” e Lavinia urlò: ”Manca Greta!” e tutte ci mettemmo a cercarla.
Dopo un bel po’ di tempo e in preda ad una forte agitazione, Giulietta si mise ad urlare dicendo di averla trovata: era insieme ad una donna e tutte le altre che la stavano cercando, si precipitarono da Giulietta, compresi Turcko e Tarcko. Quest’ultimo andò dalla donna e l’abbracciò. Vanessa chiese a Turcko: ”Voi conoscete questa donna?” ed egli rispose: ”Sì, è venuta da noi un paio di volte chiedendoci un gomitolo di lana. Tarcko si è affezionato a lei perché certe volte giocava con lui, perciò sono rimasti amici.”
Lavinia chiese alla donna cortesemente il suo nome e lei rispose: ”Io mi chiamo Arianna. Avete visto un gomitolo di lana?”
Stefania rispose: ”Non lo abbiamo visto, perché?” e Arianna rispose: ”Ne ho bisogno per Teseo che è intrappolato nel labirinto e senza quello ci resterà per sempre.”
A quel punto Arianna incominciò a piangere, le lacrime sembravano non fermarsi più. Chanelle allora balzò in piedi e esclamò: ”Teseo?! Arianna?! Labirinto?! Queste tre parole mi fanno ricordare…” e tutte insieme urlando esclamammo: ”Minotauro!”
Arianna disse, sempre singhiozzando: ”Esatto! Come fate a saperlo!?” e Vanessa esclamò: ”La vostra storia è su tutti i libri di quarta elementare!”
Arianna rispose: ”Ah! Non ne ero al corrente…”
Giulia sussurrò a Stefania: ”Ecco a cosa serve studiare la storia!” e a Stefania scappò un risolino. Arianna esclamò: ”Sì, ma certo, voi mi aiuterete vero?”
E tutte noi esclamammo insieme: “Certamente!”
Giulietta aggiunse: “Se non sbaglio Teseo è intrappolato nel labirinto, dentro al palazzo di Minosse insieme al Minotauro, un mostro mezzo uomo e mezzo toro che divora i giovani dell’Isola di Creta!”
E allora Giulia intervenne con uno dei suoi piani supercomplicati che questa volta però non lo era affatto. Il suo piano consisteva nel cercare il gomitolo e fare la stessa cosa che si trovava scritta nel libro di storia: una di noi, dopo aver trovato il gomitolo, avrebbe dovuto legarlo al polso, entrare nel labirinto e andare a cercare Teseo mentre gli altri sarebbero dovuti rimanere fuori con il gomitolo in mano, srotolandolo lentamente, quel tanto che avrebbe permesso a chi era dentro di poter avanzare. Finita la spiegazione del piano di Giulia, ci mettemmo a cercare il gomitolo fino a che non sentimmo le voci di Lavinia e Stefania esclamare: ”Ragazze, venite a vedere!”
Allora ci precipitammo subito da loro. Avevamo di fronte un tronco d’albero con scolpita una faccia e di lato il gomitolo. La faccia parlò: ”Se volete prendere il gomitolo dovete prima rispondere ad un enigma; se risponderete correttamente avrete il vostro gomitolo se invece risponderete in maniera sbagliata, verrete risucchiate da un vortice”. Lavinia disse: ”Bene, allora dicci questo enigma!”
L’albero incominciò a parlare: ”Qual è quell’animale che all’alba cammina a quattro zampe, a mezzogiorno a due e la sera a tre?” e Stefania esclamò: ”L’uomo!” e l’albero fece un cenno con la testa per annuire e il gomitolo iniziò a rotolare verso di noi e, piano piano, l’albero iniziò a prendere la forma di un normale albero, senza faccia e senza… parola. Prendemmo il gomitolo al volo e ci dirigemmo verso il palazzo di Minosse dove Greta recuperò Teseo che intanto aveva ucciso il Minotauro. E noi uscimmo dal labirinto sane e salve, oltre che felici per aver potuto aiutare qualcuno.
P.B. / Classe IV A – Scuola primaria Villani di Firenze