La leggenda dell’Uomo nero

“Ninna nanna, ninna oh,

questo bimbo a chi lo do? […]

Lo darò all’Uomo Nero

che lo tiene un anno intero […]”

Il buio, una delle più grandi paure dei bambini. Proprio ai bambini viene recitata la filastrocca che introduce l’oscura figura dell’uomo nero, descritto come signore delle tenebre, che vive nell’oscurità, che ama nascondersi sotto il letto o nell’armadio, che teme la luce… per questo si suole accendere una lampada nelle camerette dei bimbi prima di coricarsi.

In Italia

L’ aspetto dell’uomo nero varia a seconda delle regioni in cui la leggenda si è diffusa. Viene descritto talvolta come un vero e proprio umano, talvolta come un fantasma che sfuma in una punta dal bacino in giù, con un paio di corna somiglianti a quelle delle capre ma rivolte in avanti. Persino il nome cambia, influenzato dalle varie forme dialettali, regalando diverse varianti, come mommottu in Sardegna, o Aùre in Puglia.

Nel mondo

Questa creatura è molto radicata nell’immaginario collettivo di tutto il mondo. Conosciuto negli Stati Uniti come boogeyman, in Russia come Buka, in Germania come Butzemann, in Ungheria come Bubus  nei Paesi ispafoni come El coco, cambia aspetto a seconda della nazione. El coco ci appare sottoforma di spirito antropomorfo e la testa avente la forma di una zucca, in Germana assomiglia ad un folletto poco cordiale chiamato coboldo, il boogeyman è descritto come un mostro con lunghi artigli, un corpo esile e un paio di occhi rossi mentre nei paesi francofoni viene paragonato ad un orco o ad un fantasma che mangia il naso e le mani dei poveri malcapitati.

Le origini

Nonostante alcune attestazioni di racconti con protagonista un essere equiparabile all’uomo nero, la leggenda che oggi conosciamo è nata tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80 in America. Probabilmente incentivata dalle madri per spaventare i bambini e impedire loro di fare azioni avventate e non alzarsi per girovagare durante la notte, ma anche legata alla scomparsa, in quegli anni, di alcuni adolescenti. Fu ritenuto responsabile di tali crimini, nonostante l’insufficienza delle prove raccolte, un uomo, colpevole ideale in quanto tossicodipendente e di indole solitaria (attualmente sta scontando la pena di 50 anni di reclusione). Eppure le voci su di una fantomatica figura che si aggira nella notte e sequestra i bambini si sono diffuse sempre più fino a dare vita all’attuale leggenda.

Le creepypasta

Numerose sono le creepypasta (creepypasta è un racconto breve e originale che nasce per terrorizzare e provocare shock nel lettore) enunciate per supportare l’esistenza dell’Uomo nero. Spesso presentano delle vittime adulte, come la presunta storia di una ragazza ventunenne perseguitata dalla “creatura” che disturbava continuamente il suo sonno, tirando la sua gamba fuori dal letto o facendo riprodurre su un iPod una voce raggelante. Futili i tentativi della giovane di scovare il mostro. Si narra che questi osservasse la sua vittima ogni notte, quando il buio calava nella camera, appena la ragazza tentava di coricarsi. Un’altra nota creepypasta vede protagonista una famiglia americana vittima di  una terribile tragedia.  La moglie, destata in piena notte, notò il marito fissare un punto della stanza come fosse in trance. L’uomo stava osservando una lugubre sagoma scura dalle sembianze umanoidi. La donna, terrorizzata, scosse il marito fino a fargli riprendere coscienza. Entrambi si alzarono dal letto con una strana sensazione e corsero nella stanza della figlia. Videro la bambina priva di vita riversa in una pozza di sangue sul pavimento. Furono chiamate le autorità che, non trovando segni di infrazioni o oggetti spostati, installarono delle telecamere nell’abitazione per fiutare se fosse stato il padre ad uccidere la bambina nel sonno. Non venne registrato nulla di rilavante se non un’inquietante voce che sussurrava parole incomprensibili e delle risa isteriche.

Nel panorama cinematografico, molti sono stati i film che hanno tratto ispirazione dall’Uomo nero. Tra questi, il più celebre è il film d’animazione prodotto dalla DreamWorks Animaton: “Le 5 leggende”. L’antagonista del film, Pitch Black, si è ispirato a una delle descrizioni della mitica creatura: un’ombra non definita ed evanescente, con un tipico abbigliamento scuro, gli occhi simili ad un’eclissi di sole, una carnagione cerea. Il suo ruolo, nel film, è quello di privare i bambini dei sogni gioiosi infestando il loro sonno con i suoi incubi e poter soggiogare il mondo grazie alla paura.

Oltre alla cinematografia, la leggenda fa la sua comparsa anche in numerosi videogiochi, come i due capitoli della famosa saga horror “Silent Hill”, o in opere letterarie, anch’esse orrorifiche, come certi romanzi di Stephen King.

di Stefania Capuano