L’immigrazione è un vantaggio e non un danno

I motivi per cui i migranti sono un valore per l’economia e per la cultura del Paese che li accoglie

L’ostilità verso l’immigrazione soffia dagli Stati Uniti all’Ungheria fino all’Italia. Gli immigrati sono spesso visti come responsabili della disoccupazione, della stagnazione economica, delle carenze del servizio pubblico. Ma non è così e spetta ai politici attuare politiche in grado di affrontare questi problemi, sostiene sull’Economist Philippe Legrain, economista britannico ex consigliere del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e fondatore di Open Political Economy Network (Open), un think-tank che difende le società liberali.

Le difficoltà dovute al declino industriale o alla crisi finanziaria sono erroneamente attribuite agli immigrati. L’apertura ai nuovi arrivati, oltre a essere moralmente giusta, è anzi economicamente vantaggiosa e culturalmente arricchente

Ecco perché, sempre secondo Legrain, l’immigrazione non è un danno bensì un guadagno per il Paese che la accoglie. Oltre che un dovere etico.

Libertà di movimento, diritto fondamentale

Non è il talento personale o il duro lavoro il più grande fattore determinante delle possibilità di vita di qualcuno, ma è dove si nasce. Per questo è importante permettere la libertà di movimento, che consente a chi nasce in un luogo “svantaggiato” di fuggire da persecuzioni e povertà, di cercare condizioni di vita migliori, di raggiungere chi ama o semplicemente di allargare i propri orizzonti.

Per questo è fondamentale permettere a un africano di trasferirsi in America o in Europa, così come all’interno dei confini nazionali un cittadino può spostarsi da una regione all’altra, alla ricerca di possibilità migliori.

 

La migrazione favorisce l’economia

A differenza da quanto sostenuto dal decreto comune, l’economia trae vantaggio dalla migrazione. Permette alle persone di spostarsi dai Paesi più poveri a quelli più ricchi, aumenta la loro produttività e quella dell’economia globale

Anche se i maggiori benefici dello spostamento vanno ai migranti e ai loro figli, anche i Paesi che li accolgono ne guadagnano. Visto che i migranti sono diversi dai cittadini del posto, le loro differenza tendono a integrare e colmare le esigenze locali. Alcuni migranti sono i più disposti a fare lavori che i locali non vogliono fare, come raccogliere la frutta o prendersi cura degli anziani. Altri migranti hanno abilità che gli autoctoni non hanno, come la formazione medica o la capacità di parlare mandarino.

Inoltre, il loro sguardo diverso stimola nuove idee, Più di tre quarti dei brevetti ideati nelle migliori università americane coinvolgono un inventore migrante. Circa la metà delle startup della Silicon Valley, tra cui Google, LinkedIn, Tesla e Stripe, sono state co-fondate da immigrati. Secondo una ricerca del 2016, un aumento dell’1% della quota di immigrati fa aumentare il reddito pro capite del 2%.

Anche i Paesi di origine dei migranti ne hanno beneficio: i migranti spediscono denaro a casa (circa 466 miliardi di dollari nel 2017), che vanno direttamente nelle schede cittadini, che li usano per una migliore istruzione, per la propria salute o per avviare le imprese.

L’arricchimento culturale

La migrazione è anche sinonimo di arricchimento culturale. Oltre a generare un pullulare di ristoranti etnici, con conseguente esplorazione gastronomica, induce a una maggiore creatività nell’arte e nella musica, a squadre di calcio più interessanti, ad allargare la propria gamma di amici e partner.

 

I migranti non tolgono posti di lavoro

Molte delle persone spaventate dagli immigrati non sono per forza xenofobe, ma sono mosse da convinzioni errate. Secondo Legrain, a questi individui può sembrare che gli immigrati tolgono posti di lavoro, ma in verità non c’è un numero fisso di posti di lavoro e, anzi, i migranti creano posti di lavoro quando spendono i loro stipendi.

È ovvio che, sì, gli immigrati allungano le liste d’attesa in ospedale, ma è anche vero che spesso si rivolgono al medico poco frequentemente e comunque pagano le tasse.

Gli immigrati non pesano sul welfare

Molti credono che gli immigrati siano un fardello sul welfare. Alcuni potrebbero esserlo, così come lo sono alcuni cittadini autoctoni. Nel complesso però, secondo studi dell’Ocse, i migranti di solito soprattutto contribuiscono alle finanze pubbliche. 

I giovani immigrati sono inoltre vantaggiosi per i Paesi con bassi tassi di natalità e soggetti all’invecchiamento della popolazione.

Ionita Elena Loredana  III E