Martina, L’atleta adolescente divisa tra scuola e sport

“Vincere qualcosa in azzurro è il mio sogno, ma voglio comunque impegnarmi con gli studi”

Martina Brandimarte, diciassettenne nata a Termoli, approda alla pallanuoto in giovane età e sin da subito compie molti sacrifici per seguire la sua passione. Un percorso che l’ha portata fino a Roma, dove attualmente vive senza i propri genitori, condividendo un appartamento con una compagna di squadra più grande.

La pallanuoto non è molto conosciuta. Come ti sei avvicinata a questo sport?

“Ho iniziato a giocare a pallanuoto in una piscina a 20 minuti da casa, a San Salvo. Inizialmente ero iscritta alla scuola nuoto, quando il mio istruttore, avendo una piccola squadra femminile di pallanuoto, mi chiese di provare e, incuriosita, colsi l’occasione. Mi piacque subito, tanto che iniziai a praticare la pallanuoto a livello agonistico. Data la mia inesperienza non mi fu assegnato un ruolo preciso e solo dopo un mese l’allenatore decise di affidarmi il ruolo del portiere, che è ciò che sono ancora oggi”.

Come si è comportata la tua famiglia a proposito della decisione di allenarti a Pescara? E per quanto riguarda il trasferimento a Roma?

“I miei genitori mi hanno sempre appoggiato in tutte le situazioni, hanno sempre cercato di farmi fare tutte le esperienze possibili sostenendomi in ogni momento. Poiché dopo il primo anno la mia società non poté iscrivere noi ragazze ai campionati giovanili, la squadra si dimezzó. Cercai quindi, insieme al mio allenatore, di trovare una soluzione per non abbandonare questo sport bellissimo. Fu così che mi suggerì di andare a Pescara, dove c’era una squadra femminile completa di giovanili e prima squadra: da qui iniziò il mio percorso. Stetti nella società del Pescara Pallanuoto per 1 anno e mezzo: viaggiavo ogni giorno in treno e ogni tanto in macchina per andare ad allenarmi a Pescara. Per il primo anno i miei genitori, soprattutto mio padre, mi accompagnavano tutti i giorni, poi divenni autonoma, anche con l’aiuto delle mie compagne di squadra, spesso disposte ad ospitarmi. Per quanto riguarda il trasferimento a Roma, si trattò di una decisione presa all’ultimo momento. La situazione, dopo un anno e mezzo passato a viaggiare era diventata scomoda, stressante ed economicamente pesante sia per me che per i miei genitori. Perciò i miei ed io prendemmo in considerazione il mio trasferimento a Pescara, dove avrei studiato e giocato. Tuttavia l’epilogo fu diverso, poiché il mio ex allenatore di Pescara, Paolo Ragosa, mi chiese di seguirlo e di trasferirmi a Roma, e venire a giocare nella Sis Roma, dove sarebbe andato ad allenare lui nella stagione 2015-2016. La cosa spaventò i miei genitori, ma io ero entusiasta e sicura di intraprendere questa strada. Infine nel settembre 2016 mi trasferii a Roma, dove oggi abito, gioco e studio e mi trovo benissimo. Grazie a tutte queste esperienze sono diventata una persona autonoma, sono cresciuta e sento di avere una marcia in più, cosa che non sarebbe potuta accadere senza questo sport”.

Pensi che tutti questi cambiamenti abbiano avuto ripercussioni sul tuo percorso di studi?

“Frequento un Liceo Scientifico indirizzo Scienze Applicate e sinceramente ho incontrato qualche difficoltà solo quest’anno, ma penso sia normale visto che facendo il terzo di liceo i programmi sono più difficili e le materie da studiare sono tante. Nel biennio invece non ho mai avuto grandissimi problemi con lo studio, anche quando viaggiavo. Però ho rinunciato a molte cose riguardanti la scuola per lo sport come uscite didattiche, viaggi di istruzione, spettacoli, corsi e altro”.

Parliamo d’altro. Hai recentemente svolto un collegiale con la nazionale giovanile nate 2000 in vista degli Europei di categoria che si svolgeranno dal 20 al 27 agosto. Quali sono le tue sensazioni a proposito di questa esperienza?

“È stato il mio secondo collegiale ma per me è stata un’emozione unica, come se fosse stata la prima volta. Stare al Polo Natatorio di Ostia con le nate 2000 migliori d’Italia è stato molto stimolante e ha ripagato una piccola parte di tutti gli sforzi che ogni giorno faccio. Spero di essere richiamata e di continuare per questa strada, allenandomi e migliorando ogni giorno”.

Per concludere, quali sono i tuoi obiettivi a breve e a lungo termine?

“Voglio arrivare più in alto possibile con la pallanuoto: far parte della nazionale e vincere qualcosa in azzurro è il mio sogno, ma voglio comunque impegnarmi anche con gli studi, non garantendo questo sport alcuna sicurezza economica. Mi appassionano molto le materie scientifiche e tra i miei obiettivi a lungo termine figura sicuramente quello di diventare una biologa”.

Alice Mandelli, IV A , Liceo Classico Plauto.