SALEMI, UN BORGO INCANTEVOLE

Salemi è un piccolo paese,  ma nello stesso tempo meraviglioso e, non a caso, è dal  2015 uno de “I borghi più belli d’Italia”. È un luogo ricco di tradizioni, come la festa di San Giuseppe (quando si fanno i panuzzi) e di leggende tramandate di generazione in generazione.

Molto bella è quella che narra del luogo in cui sarebbe sorta Salemi il cui antico nome fu “Halicyae”. La leggenda racconta di due fratelli e di una sorella, Alicia, che non essendo d’accordo sul luogo in cui far sorgere la città decisero di sfidarsi in una gara singolare: la costruzione di un castello. Stabilirono che la città sarebbe stata edificata nell’area prescelta da chi fra loro avesse per primo finito di realizzare il proprio castello. Il più abile, dunque, avrebbe dovuto comunicare agli altri di aver terminato la propria opera per mezzo di un grande falò. I due fratelli maschi scelsero le località Mokarta e Settesoldi, invece Alicia individuò il luogo in cui sorge oggi il Castello di Salemi. Alicia, furba come una faina, accese il falò prima di aver completato la costruzione; e mentre i fratelli la raggiungevano, velocemente la ultimò. Fu così che la città sorse attorno al castello e venne chiamata  “Alicia” e poi, successivamente alla dominazione araba prese il nome di Salemi.

Salemi è anche ricca di sculture e dipinti che hanno resistito al terremoto che sconvolse l’area del Belice nel gennaio 1968 e che ora si trovano nel nostro Museo Archeologico.

Ci sono anche tanti luoghi di Salemi abbandonati in seguito al terremoto, come “Piano Cascio”, dove vivevano diverse famiglie benestanti. Prima era un quartiere assai frequentato, anche per la vicinanza di Piazza Alicia, la nostra piazza principale, che deve il nome alla fanciulla della leggenda. Piazza Alicia è una piazza molto grande e incredibilmente suggestiva, con il Castello arabo-normanno e la vecchia Chiesa Madre, oggi diruta.

Nei primi anni Ottanta, si tentò di recuperare molte zone abbandonate di Salemi, tra cui anche “Piano Cascio”: venne presentato un progetto per farne un luogo d’incontro con spazi pensati per i giovani e i bambini salemitani. Il progetto fu avviato, ma – come troppo spesso accade in Italia –venne presto abbandonato. E di “Piano Cascio” ci si dimenticò, tutti, di nuovo.

Poi, nel 2008,  il sindaco Vittorio Sgarbi,  per riqualificarlo, propose la vendita delle case di “Piano Cascio” ad un prezzo simbolico (un euro), con l’impegno per gli acquirenti di ristrutturarle o costruire entro due anni delle nuove case. Anche questo progetto, purtroppo, venne abbandonato. E alle case, poco per volta, si sostituiscono cumuli di macerie. Oggi il quartiere è in balia delle erbacce e dei vandali che scrivono sui secolari muri di pietra campanedda. Alcuni artisti hanno realizzato, con la pietra “Campanedda” , alcune opere scultoree che si possono ammirare nel Museo della città.

Il nostro auspicio è che prima o poi possa tornare a vivere, impreziosendo ancor più il nostro incantevole borgo.

 

Dalla redazione dell’I.C. “G. Garibaldi – Giovanni Paolo II”  Salemi (TP)

Classe 1 a A – Giuliana Tricomi