INTERVISTA

1. Ci racconti in breve la sua esperienza

Due anni fa io e mia moglie siamo stati vittime del terremoto avvenuto nel centro Italia il 24 di agosto di un anno e mezzo fa. Fortunatamente il nostro nucleo familiare è rimasto integro,ma molte persone hanno perso tutto, sia a livello materiale che familiare. È un’esperienza molto forte ma per fortuna,almeno nostra, è andata per il meglio.

2. Qual è stato il momento più difficile?

È difficile sceglierne uno, ma probabilmente quando è arrivata la seconda forte scossa, circa un’ora dopo la prima. La sensazione di impotenza, essendo bloccato sotto metri e metri di macerie, è stancante a livello mentale. Sono momenti in cui la paura di morire è a livelli altissimi, insieme alla preoccupazione let le mie figlie che non erano con me, essendo nel parchetto del paese con i loro amici. 

3. Il pensiero più frequente di quei momenti?

Senza ombra di dubbio le mie figlie. Io e mia moglie abbiamo due gemelle che nel momento della scossa avevano 17 anni. Per loro non è stato facile, Per che si sono trovate “sole” nel momenti più difficile, senza i loro genitori. Non avevamo la certezza che non fossero anche loro sotto le macerie anche se fino a poco prima erano ad una discoteca all’aperto con i loro amici. La cosa che ci dava speranza erano le chiamate arrivate mentre la terra ancora tremava; abbiamo subito pensato fossero loro, ma non ne avevamo la certezza, non potendoci muovere non potevamo controllare.

4. Come ha affrontato i mesi successivi all’evento?

Allora, i mesi successivi sono stati principalmente caotici, sempre persone in casa, sempre rumore,perché il silenzio spaventava,sempre luci accese, insomma, sempre attività. La difficoltà arrivava principalmente appena si faceva buio; mia figlia ha dormito 4 mesi sul divano, mia moglie non spegneva le luci e dormi amo tutti vestiti e senza porte chiuse. Era una situazione che dal di fuoricpotrva sembrare sovrannaturale ma che è entrata a far parte della nostra normalità. Ancora adesso alcune di queste cose sono rimaste, ma conosciuto di psicologi e di famigliari e amici la situazione è migliorata e sta continuando a farlo.

5. Pensa di aver ricevuto l’aiuto adeguato dallo stato?

Un aiuto c’è stato senza dubbio; un esempio é il T16, che passava alle vittime del terremoto cure gratuite ed era della durata di un anno. Si poteva però fare molto di più sul posto dell’accaduto, dove ad un anno di distanza ancora non erano state portate via le macerie.

6. Pensandoci a mente fredda, avrebbe fatto qualcosa diversamente?

Sono veramente contento di dire che tutto quello che ho fatto è stato giustissimo. Le mie decisioni hanno fatto si che a quell’ora io e mia moglie fossimo svegli e avessimo,quindi , la possibilità di scappare, possibilità che ci ha permesso di ritrovarci sopra la testa la rete del letto. La decisione più importante però è stata quella di lasciar le mie figlie con i loro amici un altro po,dandogli quindi la possibilità di salvarsi ,mentre mia moglie avrebbe voluto farle rientrare.

 

DI SERI