Il carcere arriva nelle scuole

Ex detenuti presso le scuole: informazione e prevenzione tra i giovani

Di Carlotta Ardenghi

Il giorno 11 Febbraio 2019, presso l’istituto superiore Giuseppe Mazzotti si è tenuto un incontro con tre ex detenuti del carcere “Due palazzi” di Padova, un evento che rientra nel progetto “Ristretti orizzonti”, attività di redazione giornalistica svolta dal 1999 nel carcere padovano, per dare la possibilità ai detenuti e ai volontari di riportare proprie testimonianze ad un pubblico esterno all’ambiente di reclusione.

Pasquale Zagari, Bruno Monzoni e Lorenzo Sciacca raccontano, con palpabile emozione, la storia delle loro vite, ripercorrendo tutto dal principio: da quello che li ha portati ad essere dei fuorilegge, affrontando temi come il condizionamento generato dal contesto sociale e la voglia di denaro facile, alle rispettive carcerazioni in varie zone d’Italia.
Mentre raccontano la loro vita, dalle loro voci e dai loro volti traspare nostalgia mista a rimorso, quando si parla invece del carcere il loro sguardo si incupisce, come se rivivessero quei momenti, i soprusi e le umiliazioni che tolgono la dignità umana alle persone e che le spingono all’inasprimento nei confronti delle istituzioni.
Definiscono il carcere un luogo “ristretto” , da qui il nome del progetto, dove ci si ritrova in un mondo parallelo a quello esterno,  nel quale si stringono “amicizie criminali” che continuano oltre la detenzione.
I ragazzi rimangono affascinati  dalle esperienze di vita raccontate , quasi increduli nel vedere la fragilità che si cela dietro a coloro, che in passato, hanno commesso dei reati.
Le vite dei tre si intrecciano nella redazione di Ristretti orizzonti nel carcere “Due palazzi” di Padova, definito da loro  un carcere “diverso” che si pone come obiettivo la rieducazione delle persone, che porta a riscoprire passioni personali ormai dimenticate e prepara ad una “nuova”  vita all’esterno.
Come questo altri due carceri, quello di Bollate e di San Vittore, portano avanti questa politica, che si può definire quasi innovativa, che apre, oltre che le porte per un futuro migliore ai carcerati accompagnandoli in un uscita graduale, anche le menti.

Pasquale, Bruno e Lorenzo hanno rimesso in discussione le loro radici, il loro modo di concepire la vita e la sottile linea che divide quello che è giusto da quello che è sbagliato, parlando di un cambiamento personale che li ha portati a pentirsi e a voler condividere la loro esperienza con i ragazzi per sensibilizzarli.

 

Carlotta Ardenghi

4Cr ITT Mazzotti