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Nomofobia e Hikikomori, quando internet “diventa” dipendenza

L’avvento della tecnologia sta modificando le nostre abitudini giornaliere. Vedere persone che utilizzano i proprio cellulari, mentre sono alla guida oppure gente con lo sguardo rivolto in basso perchè sta messaggiando, mentre attraversa la strada, sta diventando quasi del tutto normale. Alla luce di ciò, è abbastanza evidente che si stanno adottando atteggiamenti che possono risultare pericolosi  per sè stessi e per gli altri. Tornando agli esempi precedenti, la distrazione e la disattenzione sono fattori che possono causare incidenti che possono provocare lesioni, ferite, fratture, e nei casi più gravi addirittura la morte di innocenti. Inoltre, un recente sondaggio online realizzato dall’ Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullism a 500 persone di età compresa tra i 15 e i 50 anni, ha dimostrato che il 51 % dei ragazzi dai 15 ai 20 anni ha la necessità di controllare il proprio smartphone fino a 75 volte al giorno. Addirittura alcuni di essi arrivano a consultarlo fino a 110 volte al giorno, anche durante la notte. Da questo sondaggio emergono le difficoltà che hanno molte persone in quanto non riescono a disconnertersi e a prendersi una pausa da questi dispositivi. Ovviamente le conseguenze che questi atteggiamenti possono comportare sono molteplici, sia a livello fisico, sia a livello psicologico. Innanzitutto, trascorrere molto tempo davanti ad uno schermo può causare un affaticamento degli occhi, quindi la vista può essere compromessa. In più, la postura assunta è molto importante, ci sono regole secondo le quali bisognerebbe assumere una determinata postura quando si sta davanti al computer, però se si assumono posture errate, si potrebbero riscontratre significativi mal di schiena. Invece, dal punto di vista psicologico, un utilizzo eccessivo dei dispositivi elettronici potrebbe portare alla cosidetta Nomofobia, ovvero la paura di non avere con sè il cellulare e di non poterlo controllare. Tutto ciò può portare le persone, specialmente le più giovani, a isolarsi e, quindi, a non socializzare. A tal proposito, esiste già da qualche anno il cosidetto fenomeno dello Hikikomori, ovvero persone comprese tra i 13 e i 35 anni di età che decidono volontariamente di isolarsi dal mondo esterno (inclusi i familiari) e di rinchiudersi all’interno delle proprie stanze.  Al di là di tutto ciò, è necessario pensare anche ai bambini nati in questa nuova era tecnologica. Molti genitori rovinano la loro infanzia, in quanto ad ogni minimo capriccio, danno loro un dispositivo elettronico per farli “stare buoni”. Questo comportamento causa un profondo isolamento, dato che i bambini dovrebbero passare il tempo con i familiari e con i propri coetanei, e li rende incapaci di poter sviluppare la propria creatività. Inoltre, il non comunicare può causare dei problemi dal punto di vista del linguaggio. Ecco perchè ci sono molti bambini che ancora a tre o quattro anni non riescono a  parlare.

Inoltre, nonostante tutti i problemi che l’eccessivo utilizzo delle nuove tecnologie può comportare, è anche vero che al giorno d’oggi non se ne può fare a meno in quanto la maggior parte dei lavori è legata ad esse.

Per concludere, si dovrebbe prendere coscienza di tutti questi rischi a cui si va incontro e cercare di ridimensionare il più possibile l’utilizzo del web per non incombere in queste problematiche.

Silvia Ferra 4°DL