Rohingya, un popolo senza patria

Esiste una tragedia di cui raramente si sente parlare. Esiste un popolo nel Nord dello stato birmano del Rakhine, i Rohingya, di fede musulmana che  sono stati e sono tutt’ora oggetto di discriminazione. La storia della Rohingya è molto travagliata e se la si vuole capire bene bisogna risalire al 1785, quando, in seguito all’invasione birmana dovettero abbandonare la regione, che rimase praticamente disabitata fino all’arrivo della colonizzazione inglese, nel 1824.

I coloni inglesi, avendo bisogno di manodopera, ne favorirono il ripopolamento, attingendo dal vicino Bangladesh migliaia di Rohingya che si stabilirono così in Rakhine. Nei secoli successivi tale regione, popolata da varie etnie, ha conosciuto vari scontri e violenze, in particolare per una legge del 1982 i Rohingya non possono avere la cittadinanza birmana e nel 2017 l’esercito di stato ha bruciato moltissimi loro villaggi e ucciso civili. In seguito a ciò è scappata quasi metà della popolazione, cinquecentomila profughi. Ancora oggi le persone migrano in Bangladesh, che ha disposto dei campi profughi (dove però la gente vive in condizioni di scarsa igiene e sovraffollamento) ma non è disposto a concedere loro la cittadinanza.

Dunque, solo quando la terra sarà di tutti come il mare e ogni sua goccia una mano che stringe le altre, forse ci sarà la pace.

 

Di Chiara Santagada

Fonte immagine: UNHCR