• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Legge che tuteli i rider? “Tanto fumo e niente arrosto”

Legge che tuteli i rider? “Tanto fumo e niente arrosto”

I fattorini si sentono beffeggiati dal Governo, ma promettono che la lotta per i loro diritti non si fermerà.

  “Vogliamo essere considerati lavoratori anche noi”. Con queste parole Tommaso Falchi, rappresentante di Riders Union Bologna, spiega il “disagio” vissuto da chi, come lui, ogni giorno consegna il cibo al domicilio di chi lo ha ordinato tramite le app. La mancanza di una paga fissa oraria, di un monte ore di lavoro garantito, l’assicurazione Inail inesistente e l’assenza di diritti sindacali, prosegue Falchi, rendono il lavoro dei fattorini potenzialmente pericoloso. Anche perché si svolge in bici o in motorino, notte e giorno in mezzo al traffico e con qualsiasi condizione atmosferica.

“La Carta dei Lavoratori sembrava uno spiraglio di luce”, spiega: si tratta del primo accordo del genere nato per tutelare i diritti dei riders e lanciato a Bologna. L’iniziativa è stata però approvata solo da poche piattaforme locali mentre le multinazionali hanno disertato, ricorda Falchi.

Da due anni, dunque, vanno in scena mobilitazioni nelle piazze italiane e questo ha attirato l’attenzione del Governo, ricorda il rappresentante dei Riders. “Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha promesso un decreto legge, respinto dalla Camera per inammissibilità, nonostante un anno di trattative alla presenza delle multinazionali”. Malgrado lo stallo, i riders non perdono la speranza e promettono di continuare a lottare.

Infine Falchi lancia un appello a chi utilizza servizio di consegna di cibo a domicilio: “Interrogatevi sulla qualità, abbiate sensibilità, spirito critico e curiosità; documentatevi sulle piattaforme che offrono condizioni migliori ai propri lavoratori”, conclude.

Alice Giustini, Lucia Capasso, Ilenia Baldi, Marco Armaroli