Impressionisti in quarantena

In questi giorni il COVID-19 terrorizza l’intero pianeta e le persone sono costrette a rimanere in casa. In questa condizione ho potuto riflettere su molti punti interrogativi che ho sempre tenuto per me. Vivendo in campagna una camminata immersa nella natura è l’unica consolazione che posso concedermi. Di giorno in giorno ho l’occasione, tra lo studio e le attività compiute con il nonno, di avventurarmi lungo le stradine sterrate. Ieri, una giornata particolarmente soleggiata mi ha fatto riflettere sull’Impressionismo. Questo movimento artistico consiste nel rappresentare una determinata realtà in modo veloce, con colori applicati alla tela in maniera disordinata e senza definire i contorni, un po’ come una fotografia sfocata.

Ho quindi pensato come i pittori fossero dei fotografi, in quanto, con poche pennellate, ricreano un paesaggio o un atto come se avessero scattato una fotografia. Incuriosita da tale pensiero, ho ricercato alcuni paesaggi di campagna realizzati da famosi pittori impressionisti. La somiglianza tra i loro dipinti e la mia campagna è stato uno spunto che mi ha aiutato ad evadere da questi interminabili giorni di quarantena. Con l’ausilio della bicicletta e del telefono sono uscita di casa e mi sono avventurata nella natura alla ricerca di paesaggi simili alle opere impressioniste. Ho deciso per la prima volta di esporre le mie fotografie come uno spunto utile per riscoprire e rispettare l’ambiente naturale che ci circonda.

Gli impressionisti erano una sorta di emarginati, in quanto le loro opere erano innovative, fuori dal comune oltre che fuori dall’atelier. Questo gruppo di amici scese nelle strade francesi e iniziò a raccontare storie tramite dei dipinti all’apparenza simili a delle fotografie. Il loro principale atto fu quello di ribellarsi alle rigide regole imposte dalle accademie artistiche del tempo. Decisero di essere dei veri e propri artisti, integrando nelle loro opere un ingrediente che era fino ad allora rimasto in disparte: la creatività. Senza saperlo questi amici stavano scrivendo un capitolo indelebile nella storia dell’arte. Tutto ciò che era radicato, fu estirpato, dal colore al modo di dipingere poco definito, anche e soprattutto tramite la tecnica en plein air.

Con l’ausilio della fotocamera del telefono ho cercato di ricreare le tecniche utilizzate dagli impressionisti. Ho condotto il mio studio catturando elementi cari agli impressionisti. Ho pertanto scattato delle fotografie con diverse angolazioni, luci e distanze, cercando di rendere alcuni elementi più definiti di altri.

Da un’opera di Monet, l’iniziatore del movimento, deriva lo stesso termine «impressionismo». I suoi Campi in primavera mi hanno suggerito una visione della campagna di Vedelago diversa.

La campagna condivide con il dipinto la composizione data da un prato messo in risalto dal vivace colore verde mitigato dal giallo, in cui sono posizionati dei pioppi in secondo piano.

Una somiglianza è rappresentata dal colore ceruleo del cielo, che s’intreccia con una tonalità più chiara.

Ho accostato invece L’alluvione a questo paesaggio dai toni scuri, dove evidenzio le differenze tra l’immagine e il dipinto. Nell’opera i gelsi spiccano tra il chiarore dello sfondo, nella foto invece le piante si mimetizzano con il colore del terreno e della vegetazione circostanti. L’elemento comune tra dipinto e fotografia è la figura della pianta di gelso.

Paul Cézanne, amico dello scrittore francese Emile Zola, cerca di creare un collegamento tra l’impressionismo ed il classicismo. Egli cerca di mutare i canoni classici con lo scopo di formare una nuova immagine concreta del mondo, anche in senso geometrico.

La sua Veduta del Jas de Bouffan mi ha portato a questa immagine di un albero di acacia ricoperto dall’edera, che ricrea la pianta posta in primo piano dal pittore. Anche il territorio circostante composto da strisce di terra alternate ad erba è simile alla rappresentazione del pittore.

Qui sotto metto in confronto, invece, il Paesaggio autunnale di Cézanne con quello primaverile della mia campagna sottolineandone le differenze e non le somiglianze. L’opera, è caratterizzata da colori ancora prettamente estivi, mentre la fotografia rappresenta un paesaggio nel quale la terra è ancora caratterizzata dalla stagione invernale.

Ed ecco, Il paesaggio con sole nascente del grande Van Gogh che ho associato a questa immagine di un terreno lavorato. La rappresentazione mette in risalto la lavorazione fatta in maniera maniacale dall’uomo, che traccia delle linee di semina sul terreno, come se dovesse sottomettere la natura alla propria mano.

E, per chiudere, il Paesaggio con Salici, anch’esso di Van Gogh, e la mia fotografia nella quale è rappresentato un terreno incolto con dei gelsi sullo sfondo. Il collegamento tra l’ immagine e l’opera è la figura dell’albero spoglio, che in entrambi i casi è una figura che trasmette tristezza.

Seppure il tempo a livello cronologico inevitabilmente passi, alcuni paesaggi di campagna sembrano rinchiusi in una bolla, dove tutto appare come 150 anni fa, quando l’uomo rispettava l’ambiente e quando nacque appunto l’Impressionismo.

Sta quindi alla sensibilità dell’essere umano cogliere e apprezzare le opportunità che quotidianamente la natura ci propone.

Zanatta Valentina Azzurra