La mia ricorrenza

Non ho mai dato importanza agli eventi che mi capitavano, pensavo sempre che la vita fosse semplice e piena di emozioni forti e belle che ti facevano sentire realizzata. Ma a quanto pare mi sbagliavo e a farmi cambiare idea è stato il Natale del 2016.
Tutto iniziò il 23 dicembre quando i miei genitori ebbero una brutta lite; certo, non che prima fosse tutto rose e fiori, ma quel giorno in particolare accadde qualcosa che mi impediva di restare in casa mia, così, per distrarmi un po’ andai dal mio migliore amico: ci conoscevamo da quando eravamo nati e non ci siamo mai persi di vista. Un giorno è fatto di ventiquattr’ore e quella giornata passò senza che me ne rendessi conto. Passai la notte dalla mia migliore amica e rimanemmo sveglie fino alle quattro del mattino per mangiare e chiacchierare. La mattina dopo era la Vigilia di Natale e io tornai a casa, ma non c’era nessuno, il silenzio totale. Allora chiamai mio padre e poi mia madre, dicendo a me stessa che erano entrambi in ospedale senza avermi dato spiegazioni. Avevo molte domande ma nessuna aveva una risposta, così l’unica cosa a cui pensai fu quella di stendermi a letto e dormire, pensando che quel Natale ormai era rovinato, anche se ancora non sapevo quello che sarebbe successo.
Era sera e ancora mezza addormentata sentii i miei genitori tornare a casa, ma il silenzio tombale c’era sempre, nessuno parlava, nessuno reagiva, si sentiva solo il rumore del vento che urtava contro le fessure delle finestre. Mi ricordo solo che mio padre mi rimboccò le coperte e da lì a poco mi riaddormentai.
Il 25 Dicembre mi svegliai come se nulla fosse successo, mio fratello giocava ai videogiochi e mio padre lavava i piatti. Sembrava tutto normale fino a quando notai che sotto l’albero di Natale c’era solo polvere, cosa che non era mai successa in tutta la mia vita. In quel momento mi resi conto che mia madre non c’era e, data la situazione, capii subito cosa stava capitando e per esserne sicura aprii tutti i suoi mobili, cassetti, dispense, ma di suo non era rimasto niente, solo una collana che le avevo regalato il Natale precedente.
Ora mancava solo una cosa da fare, chiedere a mio padre dove fosse la mamma e lui rispose che era stata allontanata da casa per volere degli avvocati e che si trovava in un nuovo appartamento.
A quelle parole, sentivo che non riuscivo più a respirare e per un insieme di emozioni me ne andai, tornai dal mio migliore amico, che mi ha sempre aiutato in ogni situazione, e gli raccontai quello che era successo. Ma anche lui aveva una storia da raccontare perché quella notte tra il 24 e 25 Dicembre suo zio era morto in un incidente stradale.
Eravamo entrambi distrutti, lui era in lutto e io ero in piena separazione tra i miei proprio il giorno di Natale. Ma noi reagimmo e trovammo un modo per festeggiarlo a modo nostro cercando di non pensare alle lacrime. Accendemmo la musica al massimo volume davanti a molto cioccolato e bevande di qualsiasi genere, fino a che lui mi prese la mano e mi portò a ballare. Quel pomeriggio ci scatenammo al massimo e le ore passarono in fretta. Per concludere quella giornata piena di emozioni, lui mi regalò una collana con un cuore e con un’incisione che diceva “Ti amo”. Mi ci volle un po’ per realizzare la cosa ma prima di dire una parola lo baciai e quello stesso 25 Dicembre ci mettemmo insieme.
Tutta la mia vita da quel giorno cambiò: avevo una famiglia distrutta e nello stesso tempo un amore che stava nascendo e che continua tuttora. In pochi della nostra età adolescenziale conoscono l’amore vero e sincero e il “Noi” che io e il mio ragazzo stiamo costruendo insieme è uno di quelli, ma anche se non fosse così, non importa perché ciò che conta è l’esperienza umana.
Da quel giorno anche il mio significato di “vita” è cambiato in quanto ho capito che la vita ti mette davanti molte sfide e ingiustizie ma nello stesso tempo ti regala molte gioie e anche se siamo convinti che non ci resti più nulla, non è vero perché, anche se piccola, la felicità c’è sempre, basta trovarla ovunque noi la nascondiamo.

È così che da quell’anno il giorno di Natale sta nel mio cuore anche se per ragioni differenti da quelle per cui lo era un tempo.

C. N.