Mascherine, ce n’è ancora bisogno?

Di Giordano Lucantoni

Ad oggi, l’utilizzo delle mascherine è diventato abbastanza superficiale e,  con la fine del lock down, si è tornati ad una realtà più o meno simile a quella pre covid-19. Con in calo i numeri dei ricoverati e dei morti, la gente si sente più libera e utilizza meno i dispositivi di protezione. 
 
Durante la pandemia la produzione di queste e di gel sanificanti è aumenta a dismisura, poiché utilizzati per far diminuire il contagio tra la gente, ora in Italia si è in parte in salvo dal virus poiché si stanno verificando sempre meno casi, ma bisogna sempre tenere conto della possibilità di una nuova ondata.
 
La produzione delle mascherine varia dalle più forti che coprono in maniera eccellente le vie respiratorie a quelle di circostanza che oramai vengono utilizzate più spesso con la diminuzione dei contagi. Tutto questo può portare persone a pensare che il coronavirus sia sconfitto, ma non è vero, poiché il nostro paese non è l’unico colpito da questa malattia che ha portato sofferenza e dolore tra le persone con la perdita di cari, amici e parenti; l’allerta è sempre massima e deve essere lo fino alla fine. 
 
All’inizio è stata una “corsa alle armi” dei governi, data la velocità di espansione del virus ma che poi si è rivelato degno avversario della vita e delle istituzioni politiche dei paesi più colpiti, viene paragonato ad altri virus ad altre pandemie più gravi di questa a livello comunicativo delle informazioni perché nell’era della digitalizzazione si sa tutti cosa fare o non fare in qualsiasi caso. 
 
Un buon appoggio, come lo so sono state alcune delle istituzioni per i rispettivi paesi hanno portato ad una rapida ed efficace distruzione del virus tra le persone, malgrado tutto questo nel nostro paese ci sono stati degli alti e bassi che hanno portato ad una non curanza, o non del tutto, delle persone colpite e dai cari che ne hanno sofferto.