2024, la Donna nello spazio.

M31 Spazio Astronomia - Foto gratis su PixabayArtemide, figlia di Latona e di Zeus, sorella gemella di Apollo e dea della caccia e della luna, ma non solo! Anche simbolo dell’indipendenza femminile: questo è il logo scelto dalla Nasa per il ritorno dell’uomo sul satellite lunare. Infatti la costruzione del Campo Base Artemis, che secondo il rapporto dovrebbe sorgere dalle parti del polo sud lunare, nel cratere Shackleton, non solo permetterà di rimettere piede sulla luna, ma porterà sul satellite per la prima volta una donna.
Dopo aver promosso ben 13 nuovi astronauti ( di cui la metà donne ), l’agenzia spaziale statunitense ha rilasciato un dettagliato programma in cui si possono leggere tutte le mosse per dare inizio ad una nuova epoca di esplorazione prevista per il 2024. La base Artemis è il primo passo: in un avvallamento di circa 19 chilometri di larghezza e 3 di profondità, dove secondo le osservazioni del Lunar Reconnaissance Orbiter potrebbero esserci grandi quantità di acqua ghiacciata, sorgerà una struttura stabile che ospiti fin dall’inizio almeno quattro astronauti per circa una settimana, permettendo loro di operare misurazioni e test. Questa sarà successivamente capace di generare energia, riciclare rifiuti e comunicare; inoltre sarà dotata di uno scudo che la protegga dalle radiazioni cosmiche, sistemi sicuri per la mobilità (fra cui veicoli e moduli abitabili “portatili” da usare come rifugi) e una rampa di lancio.
Ma a cosa serve una rampa di lancio per una base dedicata alla sperimentazione? Continuando a leggere il rapporto si rivelano le grandi ambizioni della Nasa, che non si fermano alla luna, ma puntano fino a Marte. Gli astronauti arrivati sul satellite potranno infatti soggiornare nella base e simulare grazie ad una stazione lunare orbitante, “Gateway”, il vero viaggio verso il pianeta rosso.
“Negli anni a venire, Artemis sarà la nostra stella polare per l’esplorazione della Luna e per preparare tutto ciò che serve per la prima missione umana verso Marte.” Ha commentato Jim Bridenstine, capo dell’agenzia spaziale sottolineando come il progetto punti senza dubbio lontano. Infatti si legge nel rapporto che “la missione e lo sviluppo del Campo Base Artemis saranno di ispirazione per tutto il mondo, mettendo in luce l’abilità e l’impegno della leadership americana e, più in generale, il potenziale dell’essere umano”.
Sebbene il patriottismo a stelle e strisce possa far storcere un po’ il naso, non si può passare sotto silenzio le parole della Nasa che spiegano le ragioni dietro il nome e il logo della missione: “ Il ritratto della dea greca Artemide è tratteggiato nei suoi punti salienti ed emerge dalle ombre della falce di luna. I suoi lineamenti sono abbastanza astratti, in modo che ogni donna possa vedersi in lei”.
Dunque, mentre gli Americani guardano al 2024 come l’anno in cui ribadiranno il loro dominio sullo spazio, le donne non riescono a non scorgere negli ambiziosi obbiettivi della più celebre agenzia spaziale del mondo una nuova conquista tutta al femminile.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze